BLOG.GUERINSPORTIVO.IT - Francesco Totti è una degli ultimi calciatori-bandiera di un calcio senza identità, dove i vari speciali televisivi e giornalistici sul calciomercato ottengono risultati di audience superiori a quelli di quasi tutte le partite. Per questo non ha pace nemmeno a 36 anni e mezzo, dopo una carriera in cui ha dimostrato tutto quello che poteva dimostrare e che comunque sembra lontana dallessere finita. Un po perché è in una forma fisica
Il caso Osvaldo-Sampdoria è emblematico. In estrema sintesi litalo-argentino ha scippato a Totti un rigore che, se segnato, avrebbe potuto essere decisivo. Grande personalità, necessità di sbloccarsi o desiderio di mostrare una maglietta alla fidanzata? Dovrebbe essere buona la seconda ipotesi, ma il punto non è questo e non è nemmeno la grottesca autoflagellazione mediatica che Osvaldo sta portando avanti per evitare danni a sè e alla sua già colpita auto. Il punto è che, basta sentire gli opinionisti su piazza (il Principe Giannini su tutti), ascoltare le radio e leggere le mail dei tifosi, lanalisi (si fa per dire) si sta spostando su Totti. Che avrebbe dovuto, secondo queste tesi emergenti, dovuto avere la personalità per strappare il pallone dalle mani di Osvaldo e andare a batterlo lui il rigore. Per due motivi: il primo è che è il rigorista designato e indiscutibile della Roma, il secondo che in un momento difficile come questo (Andreazzoli sembra finto da tanto che la situazione è assurda) il capitano avrebbe dovuto in ogni caso prendersi la responsabilità del tiro. In altre parole, Totti come il Falcao della finale di Coppa Campioni 1984 allOlimpico persa ai rigori contro il Liverpool. Poi è chiaro che se avesse preso la palla dalle mani di Osvaldo, tirato e sbagliato, ora si scriverebbe del solito mammasantissima da spogliatoio che non si rende conto di essere finito. Dire che Totti sarà rimpianto, anche dagli anti-tottiani militanti, è dire poco. Ci rimarranno il calciomercato e le giornate spalmate su quattro giorni in sei orari diversi.