IL TEMPO (A. SERAFINI) - Stavolta l'ha tirato lui. Prendendosi sulle spalle compagni, allenatore, dirigenti, polemiche e rivincite. L'urlo di Totti supera quasi quello impressionante dell'Olimpico, liberato dalle fatiche di una stagione difficile e impreziosito dall'orgoglio di averlo fatto contro i primi della classe
La classifica passa quasi in secondo piano di fronte all'importanza di cercare un segnale positivo per ripartire. Troppe le occasione già sprecate durante la stagione, poche le volte in cui la Roma ha dimostrato di poter intraprendere un percorso di continuità. E il numero dieci, che questa città la conosce meglio di chiunque altro, sa quanto sia ancora dura la strada: «A Roma è facilissimo esaltarsi dopo una vittoria, dobbiamo godercela ma rimanere con i piedi per terra. Mi auguro che questa sia stata la partita della svolta. Sta a noi scendere in campo con l'obiettivo preciso di fare bene e mettere in difficoltà chiunque. Certo farlo contro una delle squadre più forti del mondo è una soddisfazione ulteriore».
Contro Conte e compagni infatti, sono bastati 23 metri e quella saetta scoccata a 113 km all'ora sopra il braccio teso del suo amico Buffon per dare, ancora una volta, una speranza e un senso a quello che rimane della stagione: «È stato un gesto istintivo, la palla è venuta verso di me e l'ho messa dove nessuno si aspettava. Lo speravo più di ogni altra cosa. Non meritiamo quello che stiamo facendo, la squadra cerca sempre di dare il massimo in campo, di fare il meglio anche se purtroppo ultimamente non ci siamo mai riusciti. Oggi abbiamo tirato fuori tutto il nostro carattere». Tra qualche fischio e un malcontento generale, l'accoglienza dell'Olimpico non aveva risparmiato nessuno, escluso il capitano, che in piena sintonia con Andreazzoli aveva comunque deciso di regalare un segnale alla propria tifoseria, quel pizzico di orgoglio mancato in troppe occasioni. «Devo ringraziare i miei tifosi, ci sono sempre stati vicini, oggi da quando è cominciata la gara sino alla fine ci hanno osannato, hanno fatto sentire di essere il dodicesimo uomo. Non finirò mai di ringraziarli».
E mentre Matri riguarda la bastonata del numero dieci stupefatto: «Ca..., ma che gol ha fatto?», i numeri e i record non sembrano avere tempo e misura. Domenica Totti non ci sarà, squalificato, dopo il calcione a Pirlo: «Mi dispiace non è da me fare quei falli, sono contento che sta bene», ma il mirino è già pronto: «Nordhal? La prossima con il Genoa farò doppietta e lo supererò». Parola di capitano.