Tonetto: "Spalletti ama Roma, ma tra dire e fare..."

13/02/2013 alle 09:48.

IL ROMANISTA (M. MACEDONIO) - Non pensa ad un ritorno di Spalletti, Max Tonetto, che con il tecnico di Certaldo ha vissute stagioni importanti in maglia giallorossa. O meglio, non lo ritiene così facile da concretizzare. Preferisce concentrarsi sulla squadra, manifestando il proprio apprezzamento per Andreazzoli, che a suo parere potrebbe anche trovare la conferma, il prossimo anno, sulla panchina della Roma.



Una situazione precipitata nell’arco di un mese.

Su Zeman c’erano sicuramente aspettative importanti. E’ un allenatore che mi è sempre piaciuto in passato, ma che alla fine ha evidenziato quei limiti che si è portato dietro per tutta la carriera. La soluzione Andreazzoli va bene perché già conosce tutto, vivendo lì da otto anni. Per Spalletti è stato un uomo fondamentale. E io, che lo conosco bene, posso dire che è veramente bravo, anche se fare l’allenatore in prima non è la stessa cosa che fare il secondo. Mancano quindici giornate alla fine e il quarto posto non è così lontano: ci sono tanti scontri diretti e tante partite da giocare, anche se il tempo purtroppo si riduce. Dal punto di vista tattico, i problemi si risolvono. Quello è un aspetto poco preoccupante, perché lui è preparatissimo, sotto tutti i punti di vista: offensivo, difensivo, calci piazzati... La cosa importante, adesso, è la testa.



C’è chi ha visto nella sua designazione l’apripista ad un possibile ritorno di Spalletti.

Non vedo un piano predefinito in tal senso. Penso invece ad una scelta che si è voluta fare in casa, perché era la migliore possibile. E credo semmai all’eventualità che, magari vincendo quindici partite consecutive, possa essere confermato lo stesso Andreazzoli.



Anche se quel “temporaneamente” con cui è stato annunciato…

Siamo tutti temporanei. Anche io ho giocato temporaneamente a calcio per quindici anni. Nel calcio le cose cambiano molto rapidamente, e quel “temporaneo” può anche essere ribaltato. Per quanto riguarda Spalletti, è uno di quei nomi certamente graditi alla piazza e non solo, perché raccoglie ormai grande stima dappertutto. Ha fatto tre anni a San Pietroburgo e potrebbe anche darsi il caso che venga via, ma ha un ingaggio importante e non sarà certo facile riportarlo qui…



Non ha però mai nascosto di essere rimasto legato a questa à, non escludendo di poterci tornare un giorno.

L’ha detto tante volte anche , ma tra il dire e il fare… c’è da capire se ci sono le condizioni per realizzarlo.




Torniamo alla squadra.Come si esce da situazioni come questa?

È un mese che ce lo diciamo un po’ tutti. Per i giocatori, il modo migliore è isolarsi e seguire il meno possibile radio e giornali, perché le critiche sono a volte giuste, ma a volte cattive ed esagerate. E come si suol dire in questi casi, meglio parlare poco e pedalare...



Pensi che le premesse ci siano per rimettersi in piedi?

Ci sono tutte, ma sappiamo come le situazioni complicate, generate anche da se stessi e magari da un anno in cui va tutto storto, possano incidere. La squadra mi sembra completa in ogni reparto e con tutte le possibilità, quindi, di tirarsi fuori da questa impasse. Ma bisogna farlo da subito, perché la è dietro l’angolo e mi aspetto che anche l’ambiente, sabato, non sarà di quelli che ti danno una mano.