GASPORT (M. CECCHINI) - Più veloce di una corsa di cammelli, il gioco delle dietrologie è già cominciato. La prima domanda è d'obbligo: con l'ufficializzazione dell'ingresso dello sceicco Adnan Adel Aref Qaddumi Al Shtewi nel pacchetto di maggioranza la Roma è davvero più solida oppure siamo assistendo all'inizio di un
Petrolio & Foto Di sicuro da ora si dovrà fare i conti con questo principe nato nel 1959 a Nablis (ma con radici nel Qatar) e residente in Italia da un quarto di secolo con domicilio perugino. La sua biografia ha caratteri un po' misteriosi, ma sembra sia proprietario di due aziende petrolifere (una delle quali in Canada) e un appassionato di fotografia, tanto da aver pubblicato nel 2010 un libro d'immagini dal titolo «Focus Orient».
Ex concorrenti In serata già filtrava la soddisfazione dell'entourage di Qaddumi: «Faremo grandi cose». Buone notizie, anche se alcune agenzie relative al principe riportano le storie di un paio di affari romani (Acqua Marcia e Hotel Eden) mai andate a buon fine. Le voci però non si sono limitate a questo. Qaddumi è stato associato anche a una cordata guidata dall'americano Sean Deson e che due anni fa fu bocciata da UniCredit a beneficio di DiBenedetto & Pallotta. Perché? C'è chi ha sussurrato di una scarsa tracciabilità del denaro, mentre esponenti della cordata perdente (che fanno sapere come la loro offerta fosse la migliore) adesso sottolineano come Qaddum sia stato riavvicinato dalla proprietà della Roma, poco intenzionata a una ricapitalizzazione pesante dopo che i proventi della futura Champions League si stanno allontanando all'orizzonte.
Stadio & (50) milioni Come si vede, i gossip non mancano, ma a unire i cuori l'aspirazione forte è una: la costruzione del nuovo stadio di proprietà. Con questa molla Qaddumi potrebbe sciogliere presto la sua riserva e decidere di puntare 50 milioni per il risanamento dei conti e il rilancio della Roma, attraverso una ricapitalizzazione più robusta di quella da 30 milioni finora in cantiere.
Tempi da stabilire E così intorno alle 21.43 è uscito il comunicato in cui si ufficializzava l'accordo preliminare per l'ingresso dello sceicco, «diretto o indiretto, nella compagine societaria.. . L'efficacia di tale accordo è subordinata all'avveramento di determinate condizioni, secondo una tempistica ad oggi non prevedibile. Tale potenziale ingresso risponde alla già annunciata strategia di espansione delle attività commerciali in nuovi mercati e con nuovi investitori, e potrebbe portare ad un aumento del capitale sociale di Neep Roma in misura maggiore a quanto già determinato, con conseguente possibile rideterminazione delle partecipazioni tra gli attuali soci». Ovvero, la ricapitalizzazione che consentirà l'ingresso dello sceicco vedrà UniCredit diminuire le proprie quote dal 40% ad un presumibile 20%. Occhio però, se davvero lo stadio non risulterà un via crucis, non è detto che altri partner stranieri non siano all'orizzonte. Sperando ovviamente che anche la classifica decolli.