GASPORT (M. CECCHINI) - Se avesse baffi e pizzetto, la somiglianza sarebbe quasi perfetta. Zdenek Zeman pare assomigliare al Buffalo Bill di fine carriera, quello che lavorava in un circo e raccontava eternamente il suo passato. Una differenza però è lampante: il suo fucile è ancora carico e la mira all'altezza dei giorni migliori. Non
Disguido «Sabatini parlava di Zeman 2? No, io sono sempre lo stesso e non ho mai pensato di presentare le dimissioni. Mi sento l'allenatore della Roma al 100%. Ho la motivazione di andare avanti al meglio e spero di trascinare tutti gli altri. Penso che sia successo un disguido nella conferenza prima del Bologna. La società ha pensato che io ho parlato (sulla disciplina, ndr) per un motivo, ho spiegato che le ragioni erano diverse e ci siamo capiti. Compromessi? Mi hanno chiesto di collaborare un po' di più, ma del resto io salgo spesso a parlare con loro. Dobbiamo migliorare comportamenti e atteggiamenti. Se non siamo primi ci sarà qualche motivo. Il d.s. raccontava di rapporti cancerogeni coi giocatori? Non penso di averli, semmai qualche anno fa. Con i giocatori comunque non ho parlato. Ho solo ho cercato di chiedere più attenzione e la dirigenza l'ha presa come se mi volessi tirare indietro. Invece io voglio restare alla Roma altri 5 anni, ma è logico che me lo devo meritare».
Libero & Sincero Come si vede, Zeman ci tiene a rivendicare le proprie differenze di vedute col club, ma non dà alibi. «Si è creato caos solo per un giorno. La squadra non sta male e quindi mi aspetto una buona prestazione. Nelle scelte io sono stato e sarò sempre libero. I dirigenti non si sono mai introdotti e non vedo perché dovrebbero farlo ora. Sabatini ha parlato di miei sofismi in conferenza? Io non ho problemi nel raccontare la verità, ho problemi a raccontare bugie e cerco di farlo il meno possibile. Della squadra sono soddisfatto, possiamo fare un buon campionato. Perciò ora, a parte un terzino, non ho chiesto niente. Il mercato di gennaio serve a tappare i buchi nella rosa. La Roma non ha problemi, vuole dire che ha indovinato quello che doveva fare». È la spolverata di zucchero concessa al club prima di uscire dai cancelli, scendere dall'auto e regalarsi all'abbraccio dei tifosi che lo circondano con lo striscione: «Daje Zeman, Roma ti ama». Titoli di coda: la dirigenza è rimasta moderatamente soddisfatta dalle parole del boemo, perché tutti si aspettavano che, fedele al suo personaggio, non potesse concedere abiure. L'impressioni però è che, se il «rimpasto di governo» chiesto da Sabatini è in linea con le parole di Zeman, le elezioni anticipate restano sempre dietro l'angolo. Tocca al Cagliari stasera aprire l'urna. Diffidate dei sondaggi.