«Mister, sei fuori». Ma lui è a giocare a golf... Se lo sentiva. «Avrei continuato. Ho dato tutto»

03/02/2013 alle 10:30.

GASPORT (A. CATAPANO) - Nel 1999 lo seppe dai giornalisti, e se ne fece gran cruccio con Franco Sensi. Ieri, pare che lo abbiano saputo prima cane, gatto e canarino. Ma, almeno in questa circostanza, la dirigenza della Roma non hacolp

Mazze e mazzata Ecco, perfino il momento dei saluti tra la Roma e Zeman è stato un paradosso: mentre lui si esibiva in uno swing, i dirigenti giallorossi erano rinchiusi nell'ennesimo concilio per partorire l'ultimo (?) comunicato di questa strana (anzi, paradossale) gestione americana: fuori dal campo un modello di efficienza, dentro una collezione di errori, tali e tante da costringere qualcuno a rivedere le figure di Daniele Pradè, Bruno Conti e, perfino, Rosella Sensi! Ma insomma, mentre Zeman andava in buca, la Roma (che ora vorrebbe dargli una buonuscita per non pagarlo fino al 2014) lo mandava in malora. E Franco Baldini provava a evitargli il dispiacere di saperlo dagli altri, spedendogli sms e contattando il suo cerchio magico: la moglie Chiara, il figlio Karel, l'assistente Ferola, il procuratore Faccini. Poi, alle tre del pomeriggio, riposta la sacca con le mazze, è arrivata la mazzata: sei esonerato. Anzi, «sollevato», che è più delicato.

Senza ragione E lui, il boemo, come si sente? Di sicuro, se lo sentiva. Venerdì sera aveva capito di non avere più la squadra dalla sua parte (ma l'ha mai avuta?) e per questo ai più intimi aveva confidato di sentirsi tradito. Difficilmente, considerato l'alto livello di autostima che lo guida, Zeman se ne farà una ragione. Ieri, solo un paio di frasi hanno oltrepassato la cortina di fumo intorno al boemo, ma significative: «Io avrei continuato. Mi dispiace per i tifosi della Roma, ma ho dato tutto». Nel '99, si spiegò la scelta di Sensi di affidare la sua panchina a Capello con una esigenza politica: Don Fabio era meno sgradito al Palazzo. Ma stavolta? Lungi dal boemo trovare una spiegazione nei numeri negativi della sua Roma: 9 sconfitte in 23 partite, 42 reti subite, ottavo posto in classifica. Né la lettura del curriculum lo convincerà che il suo calcio, forse, è un tantinello superato: con quello di ieri fanno 9 esoneri, 1 retrocessione, tre promozioni (due in A), zero titoli. Zeman, in cuor suo, sa di aver vinto anche stavolta, lasciando la Roma al primo posto nella classifica dei gol fatti: 49, tre in più della . Capito? Perciò, da oggi si (ri)dia serenamente al golf. Tanti romanisti apprezzeranno molto di più.