IL ROMANISTA (D. GIANNINI) - Riecco Lamela. Con un mese di ritardo Erik può oggi cominciare veramente il suo 2013. Gennaio è passato, per fortuna. Per lui non è stato certamente positivo, ha giocato poco e male. Il poco è per colpa delle squalifiche, sia in coppa dove con la Fiorentina ha scontato la seconda giornata di stop rimediata
E dire che dopo i primi tre mesi di campionato era una delle note liete della stagione. Un giocatore trasformato rispetto a quello abulico dello scorso anno. Un talento diventato improvvisamente anche goleador. Dieci le reti fin qui segnate. Di cui, però, due solamente dopo linfortunio, quelle contro il Milan nellultima prima della sosta. Dopo niente più, prima invece era stata una sinfonia, con sei partite di fila a segno. E in una di queste, contro lUdinese, era arrivata anche la doppietta. Il primo centro stagionale però era arrivato prima di questa serie doro, un girone fa, contro il Bologna. Era stato il suo gol tipico, il suo marchio di fabbrica, dalla sua posizione, la sua mattonella, più o meno la zona del campo dalla quale aveva festeggiato nel migliore dei modi lesordio in Serie A contro il Palermo. Vertice dellarea, sinistro a giro e palla allangolino. Era stato il gol del momentaneo 2-0 e lentusiasmo in quel momento era alle stelle. Dal Bologna al Bologna, domenica scorsa Erik non cera per squalifica. Si è chiuso il cerchio, si può ricominciare. Anzi, può cominciare il 2013. Prima della semifinale dandata di Coppa Italia, Erik disse: «Bisogna cercare di vincere qualcosa questanno». Oggi non è coppa, non cè una finale dietro langolo, ma la sostanza non cambia: cè da vincere una partita fondamentale. Per provare a mettere da parte le tensioni e le polemiche, per dare un segnale importante. Per dire a tutti che cè anche la Roma per la corsa allEuropa. Quella minore o, chissà, anche per quella che conta di più. Una Roma presente con la testa, con le gambe e con un grande Lamela. Quello con la tigna, quello che il campo se lo divora, quello dei 7 gol in 6 partite. Insomma quello vero.