Il punto del lunedì - Mura, Agresti, Ansaldo, Sconcerti

11/02/2013 alle 11:52.

Sconfitta esterna per la Roma al Marassi. Dopo il cambio di allenatore, scelto Andreazzoli, i giallorossi non riescono a ad andare oltre il 3-1 in terra ligure. Non mancano le polemiche: il rigore procurato e tirato (male) da Osvaldo e il dito medio di Delio Rossi accompagnano questa debacle, ancora una

Sconfitta esterna per la Roma al Marassi. Dopo il cambio di allenatore, scelto Andreazzoli, i giallorossi non riescono a ad andare oltre il 3-1 in terra ligure. Non mancano le polemiche: il rigore procurato e tirato (male) da Osvaldo e il dito medio di Delio Rossi accompagnano questa debacle, ancora una volta da handicap. Dopo la gara con con i doriani, ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.

La Repubblica - G. Mura

(...) Altra partita finita, a Genova. Agitazione intorno alla panchina di Delio Rossi. Cos'è successo? «Nulla, non ho fatto nessun gesto» dice lui. Già, peccato che ci siano le foto. In medio non stat virtus. Pare sia stato provocato da Burdisso. Fosse anche vero, Rossi ha sbagliato a reagire. Tanto più che è uscito da una dopo i cazzotti a , scena che ha fatto il giro del mondo. È un bravo allenatore, basta vedere com'è cambiato il rendimento della Samp, ma un bravo allenatore non può perdere così il controllo. (...)

Corriere dello Sport - S. Agresti



(...) ieri c'è chi è andato oltre. Uno, soprattutto: Delio Rossi. Non abbiamo scomodato psicologi né auspicato punizioni esemplari quando ha preso a sberle sul campo un suo calciatore, Ljalic. E' stata una follia, ma ci è sembrato quasi il gesto dl un padre irascibile nei confronti del figlio indisciplinato. Ha pagato con il giusto esonero dalla , poi la Samp lo ha riportato nel giro e in fondo lo abbiamo riabbracciato con soddisfazione, perché le sue conoscenze tecniche sono fuori discussione. Se però a distanza di un mese dal ritorno combina un'altra scempiaggine (il dito medio mostrato al romanista Burdlsso), allora significa che proprio non ci siamo. Non pretendiamo - come fa qualcuno - che i protagonisti dello sport siano esempi dl comportamento e modelli da seguire per i nostri figli. Meglio, molto meglio se lo sono, chiaramente, ma sappiamo che non tutti gli allenatori sono , né tutti i calciatori Del Piero. Esigiamo, però, comportamenti educati e civili: è il minimo. E se una volta viene commesso un errore grave o gravissimo, okay, può capitare. Perseverare, invece, non è accettabile. Perseverano anche due attaccanti nei confronti del quali proviamo una naturale simpatia, ma che non riescono a evitarsi guai e polemiche: Balotelli e Osvaldo. Che bisogno aveva Balotelli di zittire i tifosi del Cagliari dopo il rigore del pareggio? Lo fischiavano, okay ma chi non riceve un trattamento del genere quando va sul dischetto nello stadio avverso? Benedetto ragazzo, campione grandissimo, riesci una buona volta a far parlare di te solo per le tue qualità tecniche? E Osvaldo, era necessario che rischiasse dl complicare la domenica sua e della Roma togliendo quel rigore decisivo a , e poi che reagisse a un tifoso arrabbiato? Va bene, mettendo li pallone sul dischetto ha dimostrato coraggio e voglia, perfino amore diremmo, ma ci sarà un momento in cui la ragione la fa da padrona, o almeno partecipa a una scelta dl questo eterno ragazzo? (...)

La Stampa - M. Ansaldo

Delio Rossi non ha quello che i francesi definiscono «le physique du role» del picchiatore. E mentre qualche suo compagno di gioventù faceva il buttafuori nelle discoteche della natia Rimini, lui giocava a calcio tra Forlimpopoli e Cattolica, trampolino di lancio di una carriera onesta e modesta che toccò l'apogeo nel Foggia, 31 partite in serie B. Insomma nella biografia del tecnico della Samp non si rinviene una traccia che riporti geneticamente alla fumantinità per il quale il nostro si merita, dopo l'episodio di ieri a Marassi, il soprannome di «Delio Rissa». E successo che negli ultimi spizzichi della partita con la Roma, che la Samp aveva saldamente in mano, Rossi abbia mostrato a un avversario, Burdisso, il dito medio senza considerare la differenza che c'è tra un sorpasso risicato sull'Aurelia e uno stadio di calcio dove si sta come in una scatola di fiammiferi svedesi. Ovviamente è scoppiato il tumulto. L'hanno sedato in fretta e Rossi, espulso, ha attraversato il campo da trionfatore. Sicuramente compariranno sulle bancarelle le magliette doriane con la riproduzione del suo gesto: succede quando al marketing dai un dito. Non conosciamo Rossi per dare un giudizio sull'uomo nè vogliamo fare i moralisti dove la morale corre rasoterra. E conosciamo abbastanza Io sport per sapere che i nervi possono saltare anche se è più probabile che accada quando perdi che quando vinci. Ci ha disturbato che Rossi anzichè scusarsi, si sia giustificato reclamando la provocazione, che immaginiamo ci sia stata, ma se tutti reagisse- ro a quel modo, qualunque campo si trasformerebbe in saloon e le partite di pallavolo si giocherebbero due contro due per quante se ne dicono sotto rete. Rossi non è alla prima volta. Fu esonerato dalla e squalificato per tre mesi per l'aggressione a un proprio giocatore, , pure lui un provocatore e con l'aggravante di essere un ragazzino irrispettoso. Se ne dispiacque il giorno dopo. È immaginabile che accadrà altrettanto e che il tecnico sampdoriano (un'eccellenza nel suo mestiere) si rimangerà la frase «sono cose che accadono nei 90' e lì devono restare», perchè non è vero. Un gestaccio visto da milioni di persone non finisce sotto il tappeto come la polvere. La sarà pesante. Più delle due giornate rifilate a , che pure lui perse la brocca, a conferma che ormai gli allenatori non hanno nervi ma corde di violino. Intanto Rossi passa sotto le forche caudine dei commenti. Uno recita: «Rossi arriva da episodi non migliori di questo. Mi farei delle domande se arrivassi a 50-60 anni e facessi queste cose». Parola di , quello che nell'ultimo derby tirò un cazzotto in faccia a Mauri.

Corriere della Sera - M. Sconcerti 

(...) Ricade nel problema di nervi Delio Rossi. Il grave non è il gesto ma la bugia. Il calcio, lo sport, non può essere zona franca. Si può sbagliare e si può chiedere scusa. Non farlo è l'unica colpa. Intanto il Palermo affonda. E la Roma resta identica a Zeman.