Il boemo: "Ma io non mi dimetto"

02/02/2013 alle 09:12.

CORSPORT (A. MAGLIE) - «Mi dispiacerebbe essere esonerato perché io in questa squadra ci credo, può fare bene». Zeman è sempre stato un uomo di pochi sorrisi; ieri di motivi per sorridere non ne aveva neanche uno. Ne aveva, semmai, per essere inquieto, preoccupato. L'Olimpico gli ha voltato le spalle, clamorosamente, invitandolo brutalmente ad andare via. «Dipende dalla società», dice e aggiunge: «Non mi dimetto perché credo in quello che faccio.



STAGIONE - Si prepara ad affrontare ore difficilissime, amarissime. Era stato accolto come un profeta, ora la piazza lo vive come un «reprobo». Lui nega: «Stagione sbagliata? Non è una partita che stabilisce se una stagione è sbagliata». Prova a esibire qualche attenuante: «C'erano due rigori». Si ferma subito perché davanti a una prestazione come quella offerta dalla squadra ieri sera gli errori arbitrali appaiono irrilevanti. E allora ammette: «Sì, in campo c'era troppa confusione. Tutti avevano una gran voglia di giocare e tutti portavano palla. Sì, abbiamo giocato male, al di là delle situazioni che si sono verificate in campo». Punta il dito contro l'ambiente: «Sì, è possibile che abbiamo pagato le contestazioni. Ci sono stati tanti fischi» [...]


AUTOASSOLUZIONE - Una cosa è certa: non si sente colpevole di nulla. Si «sente ferito dalla contestazione» figlia, però, «di un clima che si vive in à, di falsità dette e scritte». Nega che la squadra lo abbia abbandonato: «Non hanno giocato contro di me, anzi hanno giocato troppo per me, con tanta voglia ma poche idee». E' il mondo che gli gira attorno che congiura contro di lui. Ma lui, il boemo, si assolve: «Errori? Qualcuno ne avrò commesso se non siamo primi in classifica e, comunque, anche in questo caso bisogna tenere presente che ci sono gli avversari. E poi solo chi non fa non sbaglia. Questa è una squadra con tanti giovani che devono imparare a stare in campo» [...].