GASPORT (A. PUGLIESE) - «È la mia Roma, è la mia vita». In settimana l'aveva detto a parole, dopo che qualcuno aveva provato ad accollargli la responsabilità del rigore «scippatogli» da Osvaldo a Genova.
Adesso Nordahl è ad una sola lunghezza di distanza (224 gol per il capitano giallorosso, 225 per lo svedese), ma Totti il gol di ieri sera se lo gode soprattutto per altro: «Ci speravo in una serata così, la squadra ha sempre provato a fare il massimo per se stessa e per i tifosi, non meritiamo questa situazione in cui ci troviamo. Ma questa vittoria è la dimostrazione lampante che siamo un gruppo compatto».
Amici nemici - Del resto, era nell'aria che a decidere la partita dovesse essere proprio lui, se non fosse altro che davanti c'era Gigi Buffon. Un grande amico per il capitano giallorosso, è vero, ma anche il portiere più battuto in assoluto da Totti in campionato (con quello di ieri sono dieci i gol subiti dal portiere bianconero, 6 con la maglia della Juventus e 4 con quella del Parma). Come un amico è anche Pirlo, su cui Francesco ha fatto un fallaccio nel primo tempo, l'unica macchia della sua partita. «Non è da me fare quei falli, mi ha anticipato, mi è dispiaciuto tantissimo. Per fortuna è rientrato e alla fine non è successo niente di grave».
Carattere giusto - Di grave, invece, finora c'era soprattutto il momento della Roma, che in questo 2013 ancora non era riuscita a vincere (2 pari e 4 k.o.). A tirarla fuori dalle sabbie mobili ci ha pensato proprio Totti, che aveva timbrato il cartellino anche nell'ultima vittoria giallorossa con la Juve all'Olimpico, il 4-0 datato 2004. «Lo aspettavo da tanto questo gol, soprattutto contro la Juve continua Totti . Abbiamo battuto una grande squadra. Ora spero che si possa cominciare a vedere un'altra Roma, che sia capace di fare bene e mettere in difficoltà chiunque. Ultimamente non ci stavamo riuscendo. Anche se a Roma è facile esaltarsi dopo una vittoria, ora dobbiamo restare con i piedi per terra».
Standing ovation - Quella di ieri regala una settimana di tregua ai giallorossi e, probabilmente, cancella alcune ferite nel cuore dei tifosi. «La gente si aspetta tanto da noi, è stata una settimana difficilissima. Ma penso che le parole che ho espresso in settimana abbiano fatto bene un po' a tutto l'ambiente». Il suo, di ambiente, quello dell'Olimpico lo ha salutato con una standing ovation da brividi, al termine della quale Francesco si è sciolto in un lungo abbraccio con Andreazzoli (a cui ha fatto seguito quello con Muzzi). A Bergamo non ci sarà per squalifica, per agganciare Nordahl l'appuntamento è spostato al 3 marzo, quando all'Olimpico arriverà il Genoa («prometto: farò una doppietta e lo supererò»). All'andata Francesco segnò il 9° gol in campionato a Frey, chissà che tra due settimane Buffon non torni ad essere in dolce compagnia tra le vittime doc di Totti.