IL ROMANISTA (D. GIANNINI) - «Stiamo scoprendo un grandissimo allenatore». Parola di Nicolas Burdisso. Quindi parola che conta. Largentino è sinceramente convinto dalla qualità del lavoro che Aurelio Andrezzoli sta svolgendo. Adesso è lui il tecnico, lo sarà fino alla fine del campionato e magari anche oltre. Perché, ad oggi, è uno dei candidati per la
Andreazzoli può e deve giocarsi le sue chance in tranquillità, al meglio possibile. Come peraltro ha fatto finora (qualunque cosa gli riserverà il futuro, la vittoria sulla Juve non gliela toglierà nessuno) e come si spera continuerà a fare a partire da domani a Bergamo. Voci sul possibile allenatore del futuro cè da giurare che continueranno a circolare. Nomi nuovi, nomi già usciti, oppure si tornerà a parlare di quelli già accostati ai colori giallorossi: come Allegri, Mazzarri e Mancini. Con questultimo che ieri nella conferenza stampa in vista della sfida con il Chelsea ha parlato del suo futuro, o meglio del suo legame con il Manchester City: «Non posso rispondere alla stessa domanda ogni settimana. Poi non capisco perché il Manchester City dovrebbe cambiare manager, per quale ragione? E normale per voi fare queste domande, è il vostro lavoro. Ma io non posso continuare a rispondere, anche perché non riesco a capire il motivo per cui il City dovrebbe cambiare manager. Negli ultimi 18 mesi, dallultima vittoria dello United in Premier League, noi abbiamo vinto 3 dei 7 trofei in palio. Poi io non sono il presidente e semmai dovreste farle a loro queste domande, io non ho nessun problema. Chi fa questo lavoro sa che ogni anno è la stessa cosa: se vinci sei il migliore, se perdi sei il peggiore. In Italia è peggio. Ci sono squadre che cambiano anche tre o quattro tecnici in un anno, è incredibile».
Mentre Mancini non ha alcuna intenzione di muoversi, il Milan ora sembra volersi tenere stretto Max Allegri. Lo stesso tecnico che fino a qualche mese fa sembrava a un passo dallesonero e che adesso è riuscito a risollevare le sorti dei rossoneri portandoli in zona Champions e alla vittoria sul Barcellona. Dopo la quale Galliani è stato perentorio: «La panchina di Allegri? Era salda quando perdeva, quindi ora è ancora più salda. Contro il Barcellona è stato il protagonista assoluto della vittoria».
E Mazzarri? De Laurentiis proprio ieri ha spiegato: «Non ce ragione di cambiare. Credo che anche lui, a seconda dei risultati ottenuti, farà i suoi ragionamenti e a fine campionato sceglieremo il futuro». E alla fine del campionato manca ancora tanto. Tredici partite per cambiarne il volto, tredici partite in cui seguire fino in fondo le indicazioni di Aurelio Andreazzoli, dellallenatore della Roma «con fondate ragioni che lo possa essere anche nelle prossime stagioni».