LA REPUBBLICA (M. PINCI) - «Un freddo cane, la neve, compievo venti anni: appena arrivato in camera ho iniziato a piangere». Lo ha raccontato tante volte Daniel Osvaldo il trauma dellarrivo a Bergamo, primo ricordo della sua vita italiana. Un concentrato di emozioni tuttaltro che gratificanti, sarà per questo che, da allora, ogni
Ma a Bergamo Osvaldo non ha mai segnato né da avversario, né con la maglia dellAtalanta (unico gol nerazzurro a Pescara, il 21 maggio 2006) con cui ha giocato 6 mesi. Magari cercherà di non pensarci, provando a rimuovere anche lultima volta allo stadio Azzurri dItalia, giusto dodici mesi fa: unespulsione nella ripresa che lattaccante e la Roma non hanno mai capito. Gli costò 2 giornate. Meno, comunque, di quelle che Daniel sta scontando in coppa Italia per un colpo proibito a un difensore neanche a dirlo dellAtalanta negli ottavi allOlimpico. Gomitata, rosso diretto e 3 partite da spettatore. Per non farsi mancare nulla, anche landata in campionato con i bergamaschi ha segnato una giornata nera per lattaccante: lui e De Rossi in panchina tutta la gara, colpevoli per Zeman di «pensare solo ai fatti propri».