CORSPORT (R. MAIDA) - In quellabbraccio, con un ringraziamento sussurrato alluomo che gli ha offerto un ricordo indelebile, cioè Totti, cè la normalità di Aurelio Andreazzoli, capace di costruire «con il buon senso» una squadra che si è liberata dalle sue paure nella partita più importante.
LA FELICITA - Forse nemmeno Andreazzoli si aspettava una Roma così feroce e attenta: «Professionalmente è la serata più bella della mia vita. Da tanti anni faccio calcio in tutte le categorie ma allenare la Roma è un sogno realizzato. Abbiamo battuto la squadra che stimo in assoluto di più, anche con una certa sfrontatezza e la giusta cattiveria». Ha trovato equilibrio con una squadra dassalto, senza concedere quasi niente: «Il modulo non è definitivo. La mia idea era di infastidire Pirlo con Lamela e Totti. Metterne uno solo sarebbe stato inutile. In futuro vedremo se continuare su questa strada a seconda della partita, mantenendo sempre una nostra identità».
IL FEELING - La squadra ha ritrovato improvvisamente lamore del pubblico: «Abbiamo fatto il riscaldamento sotto la Curva Sud per prendere un po daffetto. E stata unidea venuta al mio staff, in particolare di Zago che ricordava altre partite in cui era successo. Sapevamo di poter rischiare, beccando la contestazione. Ma il pubblico è stato generoso come sempre e non ci ha traditi». Spingendo la Roma fino alla fine: «Temevo la beffa finale, anzi ero terrorizzato. Ma siamo riusciti a resistere e in cuor mio sentivo che era giusto così. Meritavamo di vincere e abbiamo vinto. Se la Juve è sembrata sottotono è stato per il nostro impegno».
LELOGIO - Che dire del gol di Totti? «Beh, ogni tanto queste cose Francesco le fa. Ogni tanto...spesso. Ho avuto la fortuna di seguirlo da quando era arrivato a un centinaio di reti, quindi ne ho viste molte altre». (...) Chiude con uno slancio di ottimismo: «Da qui in avanti sarà difficile battere la Roma, se continueremo in questo processo di crescita. Sono fiducioso, laltalena deve finire».