CORSPORT (A. GHIACCI) - Grido di allarme. Oppure accusa. O ancora semplice analisi delle cose che più di tutto il resto non funzionano. Zeman va giù duro: per lui, che è il tecnico, la Roma non ha regole, non sa cosa siano i comportam
CASO - In quel frangente, mentre si sta parlando del caso-Stekelenburg, la rappresentante del club addetta alla comunicazione si affretta a dire «sì, sì...», riferendosi alla sanzione che arriverà per il portiere olandese. Sono state proprio le parole di Stekelenburg a fare da molla: «Penso che sia stata unintervista inopportuna, ci sono tante cose sbagliate nelle sue dichiarazioni. E comunque è sempre un tesserato della Roma, quindi deve essere a disposizione della Roma. Non aveva lautorizzazione, ha parlato e ha trasgredito». Poi, un concetto importante: «Per me contano più i fatti che le parole (spiega così la convocazione di Stekelenburg, trattato diversamente da Marquinho che a Catania aveva sputato a terra protestatndo per essere stato sostituito, ndr) e in qualità di allenatore sono qua per cercare di motivare, di migliorare e di far lavorare al meglio la squadra. Non sarò mai soddisfatto, nemmeno se vincono tutte le partite, perchè sono fatto così e perché cè sempre qualcosa da aggiustare e migliorare». Quando il tecnico giallorosso parla di «ambiente un po difficile» riferendosi a Roma, gli viene fatto notare che Stekelenburg ha parlato in Olanda e non con «giornalisti amici che sanno che i ragazzi non possono parlare però li chiamano» (...)
RISULTATI - (...) E allora come se ne esce? «In trentanni di carriera ho sempre basato tutto sul lavoro. Non capisco che vuol dire allenarsi fino alla noia, si può lavorare anche meno ma bisogna lavorare meglio. Bisogna essere concentrati, capire cosa si fa e perché si fa. Ci può volere poco tempo o tanto, dipende dalla concentrazione. Penso che ogni allenatore abbia il compito di dare un gioco alla squadra, di migliorare le capacità fisiche e psichiche dei giocatori e io cerco di fare questo». Qui si torna al fatto che Zeman non è soddisfatto di come si allena la squadra. E per il 4-3-3 dellallenatore di Praga lallenamento è tutto: «Non ho avuto discussioni solo con alcuni giocatori ma con tutti. Se ho avuto a che fare con qualche personalità forte? Ma che personalità, su 23 elementi 12 sono ragazzi di ventanni e ci sono tre ragazzini. E un problema di abitudine, alcuni ancora non sanno cosa possono e non possono fare. Vorrei maggiore partecipazione ma non sempre la ottengo, manca lintensità»