GASPORT (A. CATAPANO) - Un anno fa, l'11 gennaio, la Roma si qualificava ai quarti di Coppa Italia battendo 3-0 la Fiorentina. Doppietta di Lamela, Viviani titolare, Caprari in panchina. Il punto più alto della gestione Luis Enrique, che aveva appena infilato l'illusoria tripletta Napoli-Bologna-Chievo. In pochi, quella sera, immaginavano
Le prospettive, però, sono anche peggiori. Luis Enrique era quello che era, ma almeno la sua gestione dava l'idea di un progetto. E il coinvolgimento quotidiano dei giovani del vivaio faceva sembrare quel cantiere costruito dalle fondamenta, in questo sì sullo stile Barcellona. Un anno dopo, dunque con colpevole ritardo, diciamo che era quella la politica giusta. È stato Zeman ad aprirci gli occhi. Il suo cantiere è solo tattico, del resto gli importa poco. Il boemo col quale in generale si sono impoveriti i rapporti umani ha interrotto la collaborazione con Alberto De Rossi (prima o dopo la rottura col figlio?) e chiuso l'accesso in 1a squadra ai migliori della Primavera (a parte Romagnoli). Oggi si vede costretto a convocare i baby Ferrante e Frediani per completare la panchina, ma qualche giorno fa ha spedito Tallo a Bari (davvero ha inciso quel battibecco in allenamento?) e Lopez in Sudamerica (quattro gol in tre gare). Non avrebbero fatto comodo qui?