GASPORT (A. PUGLIESE) - Al di là degli attriti e delle incomprensioni di Trigoria, una cosa sembra oramai certa: l'effetto Zemanlandia ha esaurito la sua scia, purtroppo non dorata come aveva invece promesso (o illuso?) di essere la scorsa estate. I motivi e le ragioni sono molteplici, ma l'umore della città è oramai chiaro: il tecnico
Il tecnico A Zeman la gente rimprovera soprattutto le scelte, non il suo integralismo tattico. L'esasperazione riguarda i casi De Rossi e Stekelenburg, esclusi a favore di concorrenti considerati neanche lontanamente all'altezza di calcare un campo di Serie A. «Ma come si fa a preferire a Daniele un polentone come Tachtsidis o al portiere olandese un citofono come Goicoechea» è un po' il succo del pensiero della tifoseria giallorossa. Le prestazioni, del resto, sono lì a testimoniare il malumore. Un po' come quando, ad inizio stagione, il boemo ha messo in dubbio un talento come Miralem Pjanic, fino a lasciarlo spesso in panchina, un'altra scelta che gran parte della tifoseria non ha mai digerito e che ancora oggi gli rinfaccia.
Il club Nel mirino, come detto, ci è finita però anche la società, imputata di aver speso 110 milioni sul mercato in due anni ed aver raccolto solo fallimenti. La sostanza è differente, perché fuori dal campo la Roma ha fatto anche cose buone, ma i risultati non pagano (e non hanno finora pagato) ed allora si fa presto a mettere tutto nel calderone. A Baldini si imputano le scelte scriteriate: prima quella di Luis Enrique, definito un «meraviglioso errore», poi proprio quella di Zeman, scelto secondo molti solo per esigenze di piazza (ed abbonamenti). Su Sabatini, invece, si punta il dito per alcuni acquisti considerati bizzarri: dai Kjaer e José Angel (voluto però da Luis Enrique) dello scorso anno ai Piris e Balzaretti di quest'anno. In realtà, il d.s. romanista in due anni ha portato a casa anche colpi da mille e una notte come Marquinhos, Lamela e Pjanic.
I giocatori Nel cortocircuito cittadino di questi giorni, quelli che appaiono meno colpevoli agli occhi della tifoseria sono invece i giocatori. A parte Tachtsidis, Goicoechea, Piris e Balzaretti (considerato finora la più grande delusione come rendimento), per gli altri vige una sorta di immunità calcistica che non li sottrae dal mirino della gente. Anche se lo striscione esposto mercoledì in coppa Italia («Per voi è una partita, per noi la vita. Fuori le palle») fa capire come i bonus siano esauriti anche per loro. Il Cagliari non deve essere uno spartiacque, ma l'inizio di un domani diverso. Altrimenti, anche per la squadra ce ne sarà da vendere, c'è da scommetterci su.