LA REPUBBLICA (M.PINCI) - I due blindati a presidiare Trigoria dalla curiosità di una decina di ragazzotti innocui sono limmagine della Roma di oggi: prigioniera di se stessa, dei propri limiti e nevrosi. Un anno dopo, Zeman non ha fatto un solo punto più di Luis Enrique, e se soltanto due settimane fa il boemo preparava laggancio al terzo posto, i quarti di finale di oggi a Firenze (ore 21, Rai Due) contro gli ex Montella e Aquilani sembrano già una gara da dentro o fuori per il futuro dellallenatore. La proprietà americana vigila da lontano e, tramite il neo a.d. Zanzi, anche
In più, ci si mettono le scelte dellallenatore: dopo la panchina di De Rossi a Catania, resta fuori Marquinho, già destinato al Gremio. Esclusione dalla lista dei convocati deliberata in autonomia da Zeman dopo lo sfogo urlato in faccia al tecnico e al suo vice Cangelosi dal brasiliano in Sicilia («Togli Balzaretti, non me, mi sono fatto il c...»). I dirigenti che hanno rivisto il filmato escludendo sputi del giocatore verso la panchina, si sarebbero accontentati di multarlo. Troppo poco però per il boemo, che ha giustificato la scelta con un secco «serve rispetto per i ruoli e per il gruppo». Pesi diversi però sono stati applicati quando sul piatto delle misure sono finiti giocatori diversi: non era stata meno pesante loffesa di Pjanic allallenatore nel derby.
E anche Osvaldo aveva criticato pubblicamente unuscita del boemo («Lui e De Rossi pensano ai fatti propri») nei suoi confronti. Per entrambi, però, nessun provvedimento. Ma in tanti nel gruppo, da De Rossi a Burdisso e Castan, hanno alzato la voce: persino il giovane Tallo si è permesso mesi fa una rispostaccia («Alza la voce!») allindirizzo di Zeman.
E pensare che Marquinho avrebbe fatto davvero comodo ad una squadra con assenze pesantissime: sul treno che ha portato a Firenze una Roma scortata dalle forze dellordine nonostante lindifferenza dei passanti non sono saliti Osvaldo e Lamela, squalificati, ma soprattutto Totti. Sarà la tredicesima gara della gestione americana senza il capitano: nelle altre dodici ben 9 sconfitte. Una Totti-dipendenza da cui oggi Zeman dovrà provare a liberarsi, chiedendo magari a un fedelissimo come Florenzi di reinventarsi attaccante. E sperando che i ribelli come Pjanic possano dargli una mano.