IL MESSAGERO (M. FERRETTI) - Uno nove sette sei. 1976. MDMLXXVI. Scrivetelo pure come vi pare, quellanno di assoluta grazia pallonara, ma la sostanza non cambia. Da gennaio a dicembre una scintillante sequela di nascite che ha confezionato unautentica Generazione di Fenomeni.
Con la doppietta rifilata al malcapitato Viviano (103esimo portiere battuto in carriera), Francesco si è portato a quota 6 in campionato e, come detto, a quattro lunghezze dal secondo posto assoluto di Nordahl (225 gol) nella classifica dei cannonieri all time. E pronosticare che possa agganciare lo svedese già in questo torneo non è assolutamente azzardato: gli basterà, visto che mancano 22 gare alla fine, andare a bersaglio almeno una volta ogni cinque partite e mezza. Insomma, un gol ogni 495 (recuperi esclusi...) per assicurarsi un altro straordinario record. Poi, una volta agganciato il Pompiere, via verso il secondo posto in solitudine.
È soltanto una questione di tempo, ormai. E, nellattesa, vale la pena - stropicciandosi gli occhi - riassumere un po di numeri. Ad esempio, con le due di sabato sera (276 complessive) sono arrivate a 103 le reti realizzate sotto la Curva Sud, come ricorda uno studio di laroma24.it. La prima fu in Coppa Italia contro il Fiorenzuola il 22 settembre del 1994: il suo attuale compagno di squadra Marquinhos aveva 4 mesi....
A trentasei anni compiuti (il suo coetaneo Andrea Stramaccioni è già al secondo anno sulla panchina dellInter), Francesco sta fermando il tempo. Corre come un ragazzino fino allultimo secondo di recupero, giocando secondo ispirazione. Nel senso che Zdenek Zeman gli ha concesso carta bianchissima da un punto di vista tattico, ha stravolto il suo calcio pur di non sprecare la vena e la classe del capitano. Al punto che, senza timori di smentita, si può dire che attualmente la Roma gioca con un modulo 4-3-2-Totti. Francesco al centro del gioco, insomma. Francesco è il gioco della Roma targata Zeman, trentotto reti (35 sul campo) per il miglior attacco del torneo.
Un campione infinito. «Il segreto del suo straordinario momento è legato alla tranquillità che ha raggiunto in campo e fuori e soprattutto al divertimento puro che prova ancora nel giocare nella Roma», sottolinea Vito Scala, il suo storico preparatore. Cè da credergli, anche se non va trascurato laspetto atletico della faccenda: se non tieni il passo di compagni e avversari, hai voglia a divertirti... La cura Zeman gli ha restituito una brillantezza e una tenuta che erano un po sparite. Al resto, continua a pensare la sua arte. Quella, si sa, è fuori dal tempo.