GASPORT (A. PUGLIESE) - «Non abbiamo nessuna intenzione di vendere De Rossi». James Pallotta ieri è stato chiaro, anche se il problema potrebbe essere diverso se fosse De Rossi a non voler restare più, situazione che sposterebbe l'ago della bilancia e anche di molto. Del resto, ritrovarsi in panchina per far spazio a Tachtsidis (con
Situazione A dire il vero, la realtà non è propriamente questa, visto e considerato che a Verona, ad esempio, a De Rossi è stato preferito anche Bradley nel ruolo di intermedio. Il che vuol dire che Daniele non è che non gioca perché Zeman lo vede come alternativa a Tachtsidis in regia, ma perché non lo vede proprio. O quasi. Del resto, per capire come si è rovesciato il suo mondo basta pensare che nelle prima 17 gare dello scorso anno (con Luis Enrique) era stato sempre presente. Quest'anno, invece, ne ha giocate solo dieci, di cui appena sette partendo dal primo minuto.
Confronto Nell'occhio del ciclone, dunque, ci sta finendo Tachtsidis: il giocatore più lento della Serie A, impacciato, immaturo per giocare in questa categoria. Insomma, i tifosi giallorossi gliene stanno dicendo un po' di tutti i colori e i fischi con cui lo accolgono allo stadio sono esemplificativi. Zeman lo predilige finora per la sua predisposizione alle verticalizzazioni (19,38 di media a partita e il 37% di percentuale sui propri passaggi totali contro le 14,20 e il 32% di De Rossi), il che vuol dire però anche una maggiore «fallosità» in termini di passaggi: «Taxi», infatti, finora ne sta sbagliando 7,38 a partita contro i 3,40 di Daniele, anche se ne completa positivamente 36,77 (De Rossi 32,50) e sbaglia meno in fase di rilancio della manovra (3,08, il centrocampista di Ostia sale fino a 5 lanci errati a partita). Insomma, a conti fatti differenze sostanziali e così marcate non se ne avvertono. Ed allora, a maggior ragione, la gente si chiede: perché De Rossi continua a star fuori? Per far giocare questo Tachtsidis qui? Il dubbio andrà avanti a lungo, con buona pace anche di Pallotta.