CORSPORT (A. RIALTI) - Stefan Savic è uno della banda viola , uno dei difensori-bomber di una squadra che ha una linea arretrata forte di testa ma anche brava nel rilancio dellazione. Una dei motivi che fanno della Fiorentina una squadra rivelazione.
Savic, tre gol nella sua carriera prima del trasferimento a Firenze. Altri due sono arrivati dopo nemmeno seicento minuti in viola. Più sorpreso o soddisfatto?
«Entrambe le cose ( ride, ndr ). Ma il mio obiettivo è quello di non fermarmi, perché qui sto davvero bene».
Scusi, quanti altri gol ha intenzione di segnare?
«Non ne ho idea. Di sicuro più di quanti non ne abbia fatti fino ad ora, due appunto»
Quando ci farà divertire con il prossimo?
«Magari domani, contro la Roma. Perché no, in fondo sarebbe bellissimo e... non perderei labitudine».
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Che tipo di allenatore è secondo lei Vincenzo Montella?
«E un allenatore giovane, ambizioso, che ama molto il lavoro con la palla. Credo che lessere stato un giocatore tanto importante lo abbia in qualche modo aiutato in questa sua carriera: conosce molto bene tutti gli aspetti della tattica, non trascura niente ed è sempre molto concentrato. Come la squadra del resto. E un innovativo e questo mi soddisfa tantissimo».
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Domani affronterete la Roma. Chi è Francesco Totti?
«Un simbolo del calcio italiano. Era un fenomeno quando io ero poco più di un bambino ed è un fenomeno oggi. Intramontabile. Uno da fermare».
E Osvaldo?
«Un cecchino darea, uno che la butta sempre dentro».
Conosce Zeman?
«Di fama certo che sì, ma non lho mai incontrato personalmente. Ha un gioco offensivo e spregiudicato, ma noi non abbiamo paura».
Pjanic invece lo ha mai incontrato?
«E un giocatore che sa il fatto suo, che sa come fare per diventare insidioso. Non lho mai affrontato, ma è un avversario da rispettare».