Prima di Bradley, Perrotta e gli altri "doppi ex"

14/12/2012 alle 08:27.

IL ROMANISTA (F. BOVAIO) - Nella favola del primo Chievo in A ci furono tre personaggi legati alla Roma: l’allenatore Luigi Delneri, il portiere Cristiano Lupatelli e il centrocampista Simone Perrotta. Tutti facevano parte della squadra che nel torneo 2001- 02

Un’altra colonna di quel Chievo era Simone Perrotta, oggi senatore della Roma. Se con Del Neri era il fedele scudiero di Corini, con Spalletti è diventato un trequartista aggiunto della squadra, un po’ mezzala vecchio stampo, un po’ incursore, molto corridore. Dote, quella della corsa, che lo aiutò moltissimo ad imporsi a Verona, dove arrivò proprio nel 2001 dal Bari, col quale non aveva entusiasmato. Nonostante ciò, però, la società veneta pensò a lui come ad uno dei migliori rinforzi possibili per giocare il suo primo campionato di A e Perrotta non la deluse, chiudendo quel torneo con 32 presenze e 4 gol, ma soprattutto con l’ingresso tra i migliori centrocampisti del momento. Al Chievo Perrotta rimase tre stagioni, fino all’estate del 2004, quando venne acquistato dalla Roma, dove conobbe un difficilissimo anno di ambientamento (sfavorito dalle sfortunate vicende vissute dal club) e una resurrezione tutta caratterizzata dal verbo spallettiano. Oggi è uno dei tre campioni del mondo della Roma che fanno gonfiare il petto d’orgoglio a chiunque abbia a cuore i destini di questa squadra.

Al di là dei giocatori, però, il vero artefice del Chievo dei miracoli fu mister Luigi Delneri. Friulano purosangue, mediano in gioventù di un’Udinese che non sfigurava in A e allenatore dall’erre moscia e dalle idee chiare. Almeno a Verona. Con lui in panchina, nelle prime due stagioni in A, il Chievo arrivò sesto ed ottavo, salvo poi doversi accontentare di posizioni di rincalzo come l’undicesimo e il dodicesimo posto nelle secondo due. Un calo forse inevitabile, ma che spinse Delneri ad accettare la proposta del Porto, fresco campione d'Europa ed orfano di Mourinho. Un’esperienza che durò lo spazio di un mattino e che fece da intervallo tra quella sulla panchina del Chievo e l’altra alla guida della Roma, dove arrivò nell’ottobre 2004, quando la società giallorossa si ritrovò tra le mani le dimissioni di Rudi Voeller dopo la sconfitta di . Qui Delneri esordì con uno spettacolare 3-3 casalingo con l’Inter con tanto di centesimo gol in A di , ma durò pochissimo, fino al 13-3-2005, quando si dimese dopo un pesante 3-0 a Cagliari e 164 giorni in giallorosso.

Accanto a questi ex principali ne vanno menzionati altri come Giuseppe Scurto e Matteo Brighi. Il primo faceva il difensore centrale, il secondo è un centrocampista che oggi gioca nel Torino. Scurto fu uno dei prodotti del vivaio di Trigoria, con la Roma collezionò 9 presenze in A nella maledetta stagione 2004-05 e qualche buona apparizione in Coppa Italia. Brighi è stato giallorosso nelle stagioni più recenti. Un altro ex da citare è Massimo Marazzina, attaccante che nel Chievo ha giocato sei stagioni dal 1996 al 2003 (con l’intervallo del 2000-01, vissuto alla Reggina) e che alla Roma arrivò nel gennaio di quell’anno. In giallorosso non fece benissimo, tanto che giocò appena 7 gare senza segnare mai. Dopo di lui vanno citati il lungo difensore Matteo Pivotto e Andreolli. Il primo fu prelevato dalla Roma dal Carpi nel gennaio del ’97 con Carlos Bianchi allenatore e tenne per un anno e mezzo, per poi cederlo proprio al Chievo, a quei tempi in B, nell’ottobre ’98. Alle 20 gare che giocò in giallorosso in A ne aggiunse 21 in gialloblù nel torneo cadetto 1998- 99, alla fine del quale fu dato al Lecce. Il secondo è una delle colonne del Chievo attuale. Infine l’americano Bradley, che con il sudore e l’applicazione si è giustamente conquistato il posto da titolare nella Roma di Zeman, alla quale è arrivato la scorsa estate dopo un buon campionato disputato con i veronesi