GASPORT (M. CALABRESI) - Passano gli anni, ma la linea di confine tra un attaccante «normale» e un bomber resta sempre la stessa: la doppia cifra. Una linea sottile che rivaluta un acquisto, ne giustifica la spesa o contribui
Al livello delle grandi Aspettando di lottare per lo scudetto, quello vero, per quello dei bomber c'è gara eccome: detto che, nelle due precedenti stagioni alla Roma, Zeman aveva sempre portato tre giocatori in doppia cifra, quest'anno ci sono le condizioni per fare meglio. Inutile confrontare questo attacco (42 reti in 18 gare, comprese le tre a tavolino di Cagliari, media 2,33), con quello della Roma di Luis Enrique, che chiuse con 60 in 38 partite.
Qui i paragoni sono molto più ingombranti: prendendo in esame i quattro principali campionati europei (Francia, Germania, Inghilterra e Spagna), la Roma per media gol ha il quinto attacco assoluto, e davanti ci sono solo mostri sacri. Come Barcellona (57 gol, media 3,35), Bayern Monaco (44 gol, 2,58), Manchester United (48 gol, 2,52) e Real Madrid (41 gol, 2,41, meno gol della Roma ma con una gara in meno). La Roma degli americani, dunque, è davanti anche al Paris Saint Germain e al Manchester City degli sceicchi. Il paragone con le altre squadre attualmente seste in giro per l'Europa è superfluo: il Valenciennes, la squadra che più si avvicina, non supera l'1,63.
Tris d'assi Isolando i primi tre goleador, va ancora meglio: dei 25 gol di Lamela, Osvaldo e Totti (fanno 25 anche i 14 di Cristiano Ronaldo, i 7 di Higuain e i 4 Benzema al Real Madrid), hanno fatto meglio solo al Barcellona (36, 26 Messi, 5 ciascuno Villa e Fabregas), al Paris Saint Germain (26, 18 Ibra, 5 Gameiro e 3 Matuidi) e al Manchester United (26, 13 Van Persie, 7 Rooney e 6 Hernandez). Ancora meglio del Manchester City di Balotelli, Dzeko e Tevez, ma anche di Bayern Monaco e Borussia Dortmund. E domenica 6 gennaio, alla ripresa del campionato, si va a Napoli dove lo scorso anno segnarono sia Lamela (complice l'errore di De Sanctis) e Osvaldo. Ma se l'attacco ha numeri stratosferici, perché la Roma è sesta? La risposta è in un esempio: per cinque volte (Catania, Bologna, Parma, Udinese e Lazio) la Roma ha segnato due reti e non ha vinto. Nel dna di Zeman, però, «per vincere basta fare un gol in più dell'avversario»: tante altre di queste doppie cifre, allora.