GASPORT (R. BECCANTINI) - Certi primati sono pericolosi. Questo, per esempio: fra venerdì, sabato e domenica la quindicesima giornata di campionato ha fissato il record stagionale di gol: 39. E le 406 reti complessive costituiscono il massimo
Ho visto in tivù Reading-Manchester United: primo tempo 3-4 (e addirittura 3-5, se la terna avesse colto un gol-fantasma di Robin Van Persie), secondo tempo 0-0. Se ogni tiro va a bersaglio, qualcosa non funziona, o funziona troppo. E dal momento che, nel mondo, i fuoriclasse sono una tribù sempre più ristretta, propendo per la prima ipotesi: qualcosa non funziona. Il regolamento ha stravolto i rapporti di forza tra attacco e difesa, la tattica e il tatticismo hanno diffuso la marcatura «ad minchiam» (ah, professor Scoglio), tanto che il catenaccio della Lazio a Torino, contro la Juventus, mi ha commosso: così sincero, così vero. E poi venti squadre sono un lusso. Ho fatto una piccola ricognizione dopo quindici turni.
Da noi, tra la Juventus prima (35) e il Pescara ultimo (11) ci sono 24 punti di differenza; e 23 in Francia, dai 31 del Lione agli 8 di Troyes e Nancy. In Spagna, una giornata in meno, ce ne sono già 30: Barcellona 40, Espanyo110. Idem in Inghilterra, come documenta la forbice tra i 36 del Manchester United e i 6 del Queens Park Rangers. Distanze abissali. Paradossalmente, uno dei rodei meno sbilanciati è proprio il nostro. Non sarà mai troppo tardi quando Federazioni e Leghe decideranno di scendere a format più umani. Ammesso che basti: in Germania i club sono diciotto da un secolo, eppure anche lì il distacco ha raggiunto i trenta punti: Bayern 38, Augsburg e Greuther Furth 8. Troppo ricchi, troppo poveri.
Di Leo Messi ce n'è uno solo: e di Cristiano Ronaldo, pure. Barcellona e Real li strizzano come da contratto (ci mancherebbe). La competizione li eccita, i record li ingolosiscono. La cosa buffa è che, nella Nba, San Antonio si è beccato una multa di 250 mila dollari per aver lasciato fuori a Miami, senza «preavviso», quattro titolari: Tim Duncan, Manu Ginobili, Tony Parker e Danny Green.
Altra filosofia. In Europa, specialmente nei finali di stagione, ci sarebbe la tentazione di multare le società che «minacciano» di presentarsi al completo. I calendari sono intasati, e l'appetito vien segnando. Il gol è l'obiettivo del calcio, non il suo viagra. Secondo un'antica ricetta, le grandi squadre nascono dalle grandi difese. Persino il Milan tutto pressing e intensità di Arrigo Sacchi sedusse la storia per come «non» faceva giocare gli avversari: l'ha scritto Jorge Valdano, non un Pigafetta rancoroso.