IL MESSAGGERO (M. ALLEGRI) - Era stato fermato e arrestato a Bucarest a settembre. In tasca, documenti falsi che non avevano ingannato i poliziotti romeni: dopo una serie di controlli era venuto fuori che quelluomo che diceva di chiamarsi Gino Bottoni, era i
Ciolini, accusato insieme allagente Fifa Vinicio Fioranelli e allimprenditore tedesco Volker Flick, anche di associazione a delinquere finalizzata alla ricettazione di titoli falsi, è stato ammanettato e spedito davanti al gup, dove ha patteggiato una condanna a un anno, quattro mesi e venti giorni di reclusione. Nellinchiesta, condotta dal procuratore aggiunto Nello Rossi e dal sostituto Giorgio Orano, cerano indagati anche altri tre operatori finanziari, accusati di aver speculato sul titolo della Roma, approfittando di un falso tentativo di scalata orchestrato da Fioranelli. Nei loro confronti, come per Flick, la procura procederà con rito ordinario.
Tutto era iniziato nellaprile del 2009. Fioranelli, che ha già patteggiato un anno e otto mesi, avrebbe dato comunicazioni non vere sulla possibilità di acquisto del club giallorosso da parte di una società guidata da Volker Flick, ricco imprenditore appartenente alla famiglia azionista della Daimler e imparentato con la dinastia della Mercedes. Aveva detto di poter pagare 300 milioni di euro. Ma quei soldi non li aveva mai visti nessuno. Perché le notizie erano completamente false. Secondo laccusa, lo scopo sarebbe stato quello di sfruttare le oscillazioni positive del titolo in Borsa. Dalle indagini era poi emerso che alle spalle di Fioranelli cera Elio Baccioni Ciolini, definito dalla procura «istigatore della scalata».
Un personaggio noto alle forze dellordine, uomo dalle mille identità: si era presentato in passato come generale della Nato, presidente di una Onlus, e funzionario della Ue. Ex compagno di cella di Licio Gelli, depistatore di professione, Ciolini era stato condannato a nove anni con laccusa di calunnia, per aver inquinato le indagini sulla strage di Bologna, millantando un coinvolgimento della fantomatica «Loggia Montecarlo».