Bergonzi, il fischietto che fa infuriare gli spalti

18/12/2012 alle 10:50.

IL FATTO QUOTIDIANO (M. PAGANI) - Mauro Bergonzi non vede, non sente, ma parla. Con fischi e cartellini, petto in fuori e ruota da pavone a spasso nei verdi pascoli del suo microcosmo. È arbitro internazionale, il ligure Bergonzi. Poliglotta. Traduce e sanziona un diffusissimo “fuck you” in Europa League. Conosce le nascoste sfumature della romanità



Le cose cambiano. I tempi e le circostanze personali, incattiviscono. In carriera, Bergonzi ha fatto più di qualche cazzata. La prima, sezionata dall’impietoso grande fratello della moviola domenicale, avvenne a poche ore da un personale choc. Nelle stanze arbitrali atte a concedere il lasciapassare per superare Chiasso, gli fu preferito il collega Rocchi. Ingiustizia che l’anima rivoluzionaria di Bergonzi (magliette di Jim Morrison, curiosa tricologia tra il Travolta di Grease e Mal dei Primitives a cui somiglia non poco) trascinò in campo in occasione di -. Bergonzi fischiò due rigori al . Polverone mediatico con poi dimezzata dell’attaccante trattato da simulatore, Zalayeta e un’unica vittima, Bergonzi che nell’aula di Calciopoli, la raccontò così: “Fui sospeso per tre turni e dopo non ho più arbitrato la per tre anni”. Verona è niente. L’ammonizione del diffidato , un dettaglio. Il rigore su un incidente di percorso. Solo una tempesta, neanche perfetta, per l’assicuratore di professione naufrago. Un giorno in Udinese-Lazio vide una squadra fermarsi e l’altra proseguire fino a fare gol. Ci si giocava l’accesso in . Miliardi. Era piovuto un fischio dagli spalti, ma come sempre, non era stato lui. In seguito diluviarono denunce e richieste di risarcimento milionarie. Il signor Bonaventura era già lontano. Di nero vestito. Libero di far danni. All’anagrafe, Bergonzi Mauro.