IL MESSAGGERO (S. CARINA) - Lundicesima fiera nazionale della piccola e media editoria, ospitata al Palazzo dei Congressi dellEur, avrebbe preferito viverla come una persona qualunque, mischiato alla folla che passeggia indisturbata tra gli stand. Al suo arrivo, invece, il dg della Roma, Franco Baldini, ha trovato almeno una decina di giornalisti ad attenderlo che ha prima dribblato per poi partecipare al convegno «Passione contro
Diversi i temi discussi. In primis, quello che il moderatore dellevento ha definito «la strana coppia Unicredit-americani»: «La genesi di questa nuova proprietà è stata un po variegata e complicata e probabilmente non sarà neanche quella definitiva ha spiegato il dg - La Banca è diventata proprietaria del club e doveva cedere questo asset. Tuttavia le offerte ricevute sono state ritenute non congrue. Così anziché venderla tutta ne ha venduta una parte. Quindi non è che Unicredit è entrata nella Roma, ce laveva già, era già proprietaria. Ora non venderà le sue quote almeno finché il 40% non diventerà congruo. La banca è un partner ma non si comporta diversamente da un'altra banca. Tra laltro ha svolto un ruolo importante, consentendo alla Roma di essere una società di Serie A e di partecipare ai campionati».
Si disseta mentre gli chiedono un paragone tra la gestione Sensi e quella attuale. Dopo una pausa zemaniana, trova lanalogia: «Sensi è stato quasi costretto a prendere la Roma e se ne è innamorato. È stato così tanto coinvolto in questa passione che ha capito che avrebbe raggiunto l'immortalità con uno scudetto vinto a Roma, e per questo ha speso energie e patrimonio per riuscirci. Anche gli americani non sono qui tanto per fare business, hanno preso la Roma per essere ricordati. Quando per la prima volta ho incontrato Pallotta mi ha detto che la Roma è un marchio sottovalutato ma che lui il business lo fa con i fondi d'investimento. Il loro non è quindi un impegno mordi e fuggi: non venderanno in futuro al miglior offerente. C'è la passione alla base della loro scelta».
Passerella finale sulla futura presidenza di Lega: «Beretta nuovamente candidato? È inutile parlare di un singolo se prima non si parla della governance, partendo comunque dal presupposto che il candidato ideale deve dedicarsi interamente a quel lavoro e senza conflitti di interesse. Vogliamo un nuovo modo di concepire la Lega. In Spagna e Inghilterra funziona in maniera diversa, basterebbe copiare le cose che funzionano».