Totti: «Sto col boemo, la colpa è solo nostra»

01/11/2012 alle 09:43.

CORSPORT (R. MAIDA) - Gli consegnano il foglio delle statistiche, mentre fuori la pioggia non smette di accanirsi sullo stadio Tardini. Ride amaro. Francesco Totti ha segnato il terzo gol in campionato, il diciassettesimo al Parma, il numero 218 di una carriera leggendaria in serie A, eppure non si sente contento.

Cosa non funziona in questa Roma?

«Tutto. Nel senso che se riusciamo ad applicare soltanto al cinquanta per cento quello che vuole Zeman, significa che le cose non vanno bene. Creiamo tanto ma subiamo tanto. Ora dobbiamo stare uniti e uscire da questo tunnel». Con Zeman ad ogni costo. Parola dicapitano: «Credetemi, io lo conosco bene e lo stimo tantissimo. Io lo so cosa vuole, perché ci ho già giocato tanti anni fa, e so che siamo noi giocatori a non applicarlo. Però adesso siamo tutti con lui». Nonostante i confronti con i giocatori e con i dirigenti, Zeman continua a non voler cambiare atteggiamento tattico: «Lui dice di avere i giocatori adatti. Si consulta con tutti ma poi decide sa solo. Ma è molto attaccato a questa maglia e ci porterà fuori da questa situazione». [...]

Adesso è difficile pensare a obiettivi ambiziosi. Si è parlato di scudetto, si è parlato di . La verità è un bilancio quasi catastrofico dopo nove partite giocate. «Io al terzo posto credo ancora - chiarisce - ed è giusto che a inizio stagione siano stati fissati dei traguardi. Certo, ormai lo scudetto non è alla nostra portata. Ma la Roma ha voglia e determinazione che non ha ancora espresso. Abbiamo un bel gruppo che saprà reagire: per ora duriamo venti minuti, cresceremo. Ci metteremo subito a pedalare perché non intendiamo vivere un altro anno di transizione. Basta con gli anni di transizione. Hanno stancato noi e anche i tifosi».

Sulla sconfitta di Parma, non cerca scuse. Ma rivela un particolare: «Si è giocato a calcio per venti minuti, massimo mezz’ora. Per colpa del terreno dopo il secondo gol non era più calcio. Ho chiesto all’arbitro di interrompere la partita ma lui non mi ha dato risposte e mi ha continuato a voltare le spalle. Non lo dico per trovare un alibi ma è la verità». Anche stavolta si è verificata la situazione più stramba: Roma in vantaggio, Roma battuta. «Dipende dalla testa - dice - se sei convinto di dominare tutta la partita non prendi tutti questi gol banali. E la responsabilità non è dei difensori ma anche di noi attaccanti.» [...]

Le tv insistono sui suoi obiettivi personali. sorride di nuovo: «
Se sto bene posso continuare a giocare quanto voglio. Getterò la spugna solo quando vedrò che gli avversari arrivano sempre prima di me sul pallone. Perché io voglio il bene della Roma, più del mio»