REPUBBLICA.IT (F. BIANCHI) - La rivincita degli arbitri: il turno infrasettimanale ha cancellato le polemiche feroci del weekend precedente. Con i soliti sospetti sulla sudditanza psicologica (a favore delle grandi, ovviamente) e con il ritorno del partito della moviola in campo. Di sicuro l'assistente Maggiani ha commesso
Secondo Braschi, funziona anche l'esperimento dei cinque arbitri (il quarto uomo, poverino, conta poco o nulla): i due giudici di area, sinora, ci sono solo in Italia, oltre che nella grandi manifestazioni Uefa. Non dimentichiamo: la Figc è stata la prima Federazione europea ad adottarli, anche con uno sforzo economico e organizzativo non indifferente. E tutti i club di A, va ricordato, erano d'accordo. Il problema è uno solo: creare una vera squadra fra l'arbitro "titolare", diciamo così, i due assistenti e i due nuovi arbitri di area, o di porta.
Questo non è facile: non tutti gli arbitri hanno l'umiltà di accettare il consiglio di un pivellino che sta sulla linea di porta. Lo ha fatto il fiorentino Rocchi, ieri, in Udinese-Catania: si è accordato con il giovane Abbatista nel concedere il rigore su tocco in area di Spolli su Badu. Bravo Rocchi: ha dimostrato umiltà e intelligenza. Molto bene anche Rizzoli in Palermo-Milan; Damato ha diretto bene nel pantano di Parma (in Italia le partite non le sospendono mai, si sa). Non è stato facile invece a San Siro: il fuorigioco di Nagatomo sul terzo gol interista non era per niente semplice da individuare (peccato per Ciro Ferrara, non gliene va una dritta). Insomma, un turno tranquillo. Probabile che sabato Juve-Inter tocchi a Tagliavento, tenuto a riposo dal designatore.