Il mercato di De Rossi e Balotelli talento, liti e un allenatore contro

06/11/2012 alle 09:45.

LA REPUBBLICA (G. CARDONE/ M. PINCI) - Centotrentuno giorni fa erano seduti accanto, sul prato del Narodowy di Varsavia, dopo aver steso la Germania guadagnandosi la finale europea. In comune avevano la maglia azzurra e poco altro: da q

Fino alla rottura definitiva. Come immaginare altrimenti quel "vaffa" sputato in faccia a 25 minuti dalla fine della gara col West Ham dallo spigoloso Mario al tecnico che lo aveva voluto con sé in Inghilterra. Una sostituzione sgradita, lo sguardo spiritato puntato sull´allenatore, la reazione dialettica immortalata da flash e telecamere: abbastanza per frantumare la pazienza residua nei suoi confronti. Anche Mancini stavolta si è arreso, stanco di dover sistematicamente riparare i cocci delle sue bravate, inutilmente incollati uno sull´altro da due anni. L´addio allora appare vicino. Come quello di : il volto sfibrato e sfiduciato con cui si è seduto in panchina domenica sera contro il Palermo è quello di un ragazzo che sembra soffrire il disagio di quotidiane divergenze. Quelle con Zeman, cui più volte ha esposto la ritrosia, sua e del gruppo, per le doppie sedute imposte un paio di volte a settimana dal boemo. Che, per tutta risposta, ne ha apertamente criticato la professionalità. Fino a esplodere, dopo la vittoria sul Palermo, sostenendo esplicitamente che «se l´avversario fosse stato la Lazio, Daniele avrebbe giocato».

Come a dire che il capitan futuro romanista si è tirato indietro per non mancare l´appuntamento «che sente di più». Lui risponde con un rumorosissimo silenzio, dietro cui nasconde, forse, anche la voglia di immaginarsi altrove. Di questo, si sussurra a Trigoria, avrebbe anche parlato con il club, che attraverso il Baldini non esclude un addio. Anche imminente: «Se dovesse arrivare un´offerta, la prenderemmo in considerazione: i manager hanno il compito di ascoltare e valutare tutte le opportunità». La prossima potrebbe arrivare dal Psg, certamente il club più interessato alle prestazioni del romanista: perché ha bisogno di un giocatore così e perché «siamo una delle poche società che può spendere quei soldi», sostiene . E confida nel colpo: «Magari a gennaio se ne parlerà». Un´operazione da complessivi 60 milioni, i 30 che chiede la Roma (trattabili) e i dieci lordi all´anno di stipendio.

Rinuncerà il : Mancini ha gradito poco il suo rifiuto estivo dell´ultimo minuto, quando la trattativa sembrava ormai definita. E poi in Inghilterra devono prima trovare chi mette sul piatto 25 milioni per Balotelli, oltre ai 4,5 del suo ingaggio. Finora nessuno si è fatto avanti concretamente. Anche se Galliani non fa mistero della sua passione: «Balotelli è un giocatore che amo pazzamente, ma nella vita ci sono tanti amori che non vanno a buon fine». A questo però non ha ancora rinunciato, potendo contare sui rapporti privilegiati con il nuovo fronte dirigenziale del : l´ad Soriano e il ds Beguiristain. Il canale giusto, magari, per studiare una formula elastica, con prestito e riscatto. In fondo il rendimento sportivo di Mario aiuta: nessun gol in Premier League, soltanto un rigore in , non proprio uno score da attaccante di razza. Il ct Prandelli è rimasto forse l´unico a non averlo abbandonato. L´unico, anche, a difendere dalle accuse di Zeman. Un filo azzurro che può regalare a entrambi un sorriso, oggi come a Varsavia.