GASPORT (F. ARTURI) - Vi è sembrata regolare la partita Parma-Roma? Se la vostra risposta è no, sappiate che la pensiamo come voi. Il giudizio sulla praticabilità del terreno spetta all'arbitro, prima e durante la partita. In particolare, in caso di pioggia, si sospende l'incontro «quando il pallone non rimbalza o se vi sono troppe pozzanghere per garantire lo svolgimento corretto della gara».
E' vero che la formuletta del «campionato più bello del mondo» è buona ormai soltanto per studi storici sul tempo che fu, ma non si vede la ragione per afferrare al volo tutte le circostanze, comprese quelle meteorologiche, per avvalorare la tesi che siamo caduti in basso. Che rispetto si è avuto in quello stadio del pubblico (al di là del risultato finale), dei giocatori, degli allenatori? Diremmo poco o nulla. In qualche altra circostanza il problema riaffiora, per ragioni analoghe: dalla sabbia al ghiaccio. Nessuno lo dice apertamente, ma il rinvio di una partita è vissuto come un piccolo dramma, da evitarsi accuratamente, per l'intasamento del calendario che rende molto problematici i recuperi. La conclusione è (sarebbe) che la ragion di stato s'impone sui regolamenti e ne fa polpette. Lo spettacolo deve andare avanti? Sì, ma che spettacolo almeno possa essere, nelle condizioni minime per una partita di pallone che è al centro di un complesso sistema di interessi, anche economici.