IL TEMPO (A. SERAFINI) - Una ventina di minuti passati in religioso silenzio, prima di alzarsi dalla panchina e cercare di scacciare tutti i fantasmi che hanno caratterizzato questo inizio di stagione. E nello sguardo imperturbabile di Zeman, le rughe riescono a distendersi soltanto quando il triplice fischio di Orsato
E nello sguardo imperturbabile di Zeman, le rughe riescono a distendersi soltanto quando il triplice fischio di Orsato lo manda di fronte a microfoni e telecamere. La sua Roma vince la seconda partita consecutiva, con un De Rossi ed uno Osvaldo in più e forse con una polemica in meno, che nella testa del boemo ha avuto comunque l'esito sperato: «Sono contento che abbiamo reagito, perché loro io li conosco soltanto quando giocano così. Purtroppo non li ho avuti prima, ma la presenza in campo domenica dipende sempre dal loro comportamento, non dal mio. E questo vale per tutti».
Una pacca sulle spalle all'italo-argentino nel momento della sostituzione, fondamentale nel risolvere una gara iniziata con il solito incubo: «Abbiamo cominciato come al solito, ma penso che la squadra abbia disputato una buona partita, perché ritrovarsi subito sotto di due gol non sempre ti permette di reagire. Oggi invece l'hanno fatto e quindi ottenuto il risultato. Abbiamo sempre avuto il pallino del gioco e di certo vogliamo continuare così. Il campionato è lungo, non ci bastano due vittorie». Un piccolo passo quindi, che non può ribaltare improvvisamente giudizi e obbiettivi futuri. Un aspetto su cui Zeman ha sempre tenuto il punto: «Continuo a dire dall'inizio che per me questa squadra è competitiva, poi è normale che i giocatori devono rendere le qualità che hanno sul campo visto che finora non ci sono riusciti in pieno. Zona Champions? Ce la giochiamo con tutti, anche se perdiamo, ce la dobbiamo giocare. A Torino non l'abbiamo fatto».
La prova di De Rossi non passa inosservata neanche a chi forzatamente, ha provato a superare tutte le resistenze per tirare fuori sempre il meglio da ognuno di loro: «Daniele ha fatto una grande prestazione, non posso chiedergli anche gli inserimenti offensivi, perchè lui è un grande giocatore di rottura, un ottimo incursore». Per poi passare a Totti: «È dall'inizio che me lo chiedete, ma è sempre lo stesso. Francesco non può giocare da esterno fisso così si trova gli spazi tra le linee, cerca la posizione da giocatore intelligente, e lui lo è non soltanto in campo. Con Florenzi e Balzaretti che agiscono dietro di lui in profondità, deve trovare spazio tra le linee altrimenti se marcato a uomo può trovare difficoltà». E se dal centrocampo in su, i riflettori hanno spostato e concentrato ogni luce di Marassi, il tecnico regala un elogio al suo difensore più giovane in campo: «Credo che Marquinho possa diventare un campione. Ha qualità, colpo di testa e piedi buoni. Non bisogna avere fretta, spero continuerà così». E se il tempo di dare voti è lontano, i tre punti fortificano lo spirito sarcastico del boemo, che la chiude così: «Se a De Rossi ed Osvaldo darei sicuramente un otto per la gara disputata, Lamela merita cinque. Ma tanto lui lo sa che lo boccio sempre». Scherza Zeman, è contento Totti, che a fine gara si gode la meritata vittoria: «Quello di stasera è un segnale importante, in questa rimonta è uscito fuori tutto il nostro carattere».