IL MESSAGGERO (G. SATTA) - Il Gladiatore moderno applaude i Gladiatori cartoon. Dallantica Roma al presente, dagli eroi animati che si sfidano nel Colosseo alla fatica di chi oggi combatte negli stadi la distanza non è poi enorme. «Anche noi calciatori, come gli antichi lottatori, cerchiamo di dare il massimo al pubblico
Il capitano della Roma ieri si è concesso un pomeriggio al cinema accompagnato da una dozzina di bambini, tra i quali i figli Christian e Chanel, i nipoti e gli amichetti di scuola. In un multiplex del Torrino, non lontano da casa, Totti ha assistito in anteprima alla proiezione di Gladiatori di Roma 3D, il nuovo cartoon di Iginio Straffi che da noi uscirà domani con Medusa e in America la prossima primavera. Risate, schiamazzi, applausi a scena aperta e un mare di popcorn che riducono la sala come un campo di battaglia: a giudicare dallaccoglienza di questo pubblico speciale, il film ha passato il primo esame.
Un Francesco simpaticissimo, in jeans e giubbotto di pelle, inforca gli occhialini 3D, ride e commenta le varie scene («anvedi che casetta!», esclama quando compare la reggia dellimperatore) mentre i bambini fanno a gara ad appollaiarsi sulle sue gambe. La storia di Timo, il ragazzo scampato alla distruzione di Pompei e costretto dal padre putativo a frequentare lAccademia dei Gladiatori, coinvolge subito il più grande calciatore che Roma abbia mai avuto. Il protagonista del cartoon, doppiato da Luca Argentero, è un bamboccione demotivato ma troverà la voglia di vincere e conquisterà lamata Lucilla (con la voce di Laura Chiatti) solo dopo aver seguito il durissimo training impostogli dalla sensuale dea Diana che parla con linconfondibile accento sudamericano di Belèn.
Niente a che vedere con la storia personale di Totti, innamorato del pallone fin dalla più tenera età. «No, io lho saputo da subito che il calcio sarebbe stato la mia vita e sono andato dritto come un cavallo per la mia strada», racconta. E se un giorno a Trigoria trovasse Belèn nel ruolo di mister? «A chi non piacerebbe avere un allenatore come lei», sorride Francesco, «ma il calcio è sempre stato e sempre sarà una faccenda da uomini».
Sullo schermo gli eventi si susseguono a ritmo incalzante. Brani rock (Sono un ragazzo fortunato di Jovanotti, le musiche dei cinepanettoni...) accompagnano le scorribande dei protagonisti. Cè una corsa delle bighe in stile Ben Hur, volano botte, nel Colosseo già avvengono crolli, il cattivo terrorizza tutti, qualche gladiatore ricorre al doping e una gag tira laltra. «Il film è molto divertente», dice Totti, dopo aver assicurato la piccola Chanel che Lucilla è meno bella di lei. «Nello stesso tempo, trasmette un messaggio importante: per raggiungere lo scopo occorre applicarsi senza risparmio, sacrificarsi, impegnarsi. E tutto, anche il calcio, parte dalla testa. Bisogna sempre essere se stessi e pensare ad aiutare il prossimo».
Lui, Totti, ha fatto della solidarietà e della beneficenza una ragione di vita. Aprendo, per esempio, la scuola di calcio nella quale insegna a giocare ai ragazzi disabili. Gli stessi ai quali andranno i proventi del libro E mo te spiego Roma (Mondadori), una divertentissima guida della Città Eterna tra storia, luoghi famosi e aneddoti, firmata proprio dal Capitano. Con tanto di canzoni famose parafrasate: Voglio una biga spericolata è già un tormentone.