IL ROMANISTA (A. F. FERRARI) - «Florenzi, per noi del quartiere Sandrino, è di Vitinia, altro che Acilia ». Gli amici di Alessandro Florenzi ci tengono molto a precisarlo: «Lui è nato qui, questo è il suo quartiere». Un rione che si trova a sud ovest di Roma, sulla Via del Mare, dove il giovane centrocampista della Roma è nato e vive
A Vitinia lo adorano tutti, anche perché «è un ragazzo tranquillo, a modo, molto educato», ci tengono a precisare. Soprattutto lo zio Pietro e la zia Cristina, che lo hanno visto nascere e crescere nel palazzo in cui vivono: «Mi ricorderò sempre quando alletà di 4 anni, vestito con il completino della Roma e con il pallone sottobraccio, lo vidi scendere le scale di casa. Lo fermai è gli chiesi: Dove stai andando? Vai a giocare?. Lui mi rispose: No zio, vado a lavora ». Il racconto dello zio Pietro prosegue: «Alle medie andava a scuola con mia figlia, sono coetanei. Spesso mia moglie (Cristina, ndr) lo accompagnava a scuola con la sua macchina, dato che ci doveva portare anche lei e ogni volta scendendo dallauto Sandrino la ringraziava per il passaggio. Un giorno Cristina gli disse: Non cè bisogno che mi ringrazi ogni volta. Lui rispose: Zia, non sei mica obbligata a portarmi a scuola, quindi è giusto che ti ringrazi. Insomma è stato molto ben educato dai suoi genitori».
La conferma che sia un ragazzo a modo arriva anche dagli amici (Gianni, Marco, Claudio, Angelo, Massimo e Gianni) presenti al Bar Chiosco in via Sarsina: «È vero, è un ragazzo normalissimo. A modo. Molto educato e di questo va dato merito alla famiglia. Questa è la sua forza. Non si è montato la testa, tuttaltro: gira ancora con una Lancia Y "abbozzata" Inoltre è un ragazzo che non si dimentica di chi lo ha sempre aiutato in tutto, come i suoi due procuratori, Lalli e Lucci - proseguono -. Un altro che Alessandro ricorda con molto affetto e che ringrazierà sempre è Francesco Rocca. Il primo che lo convocò nelle nazionali giovanili». Florenzi il calcio lo ha sempre avuto nel dna: «È nato per giocare a pallone. Ha la giusta mentalità. Una mentalità da professionista. Florenzi è un ragazzo a modo, sempre corretto e mai falloso. È il primo che aiuta a rialzarsi i giocatori avversari dopo un contrasto». La sua carriera è partita nella squadra del vicino quartiere Acilia dove lavorano i suoi genitori: «Ha iniziato a giocare con lAtletico Acilia, poi alla Lodigiani e infine alla Roma. Quando giocava con i Giovanissimi ricopriva il ruolo di trequartista o seconda punta. Poi Stramaccioni, che stravede per lui, lha arretrato a centrocampo».
Ovviamente, dopo lapprodo in prima squadra, Florenzi ha meno tempo libero da dedicare ai suoi amici: «Ultimamente si vede un po meno a causa degli allenamenti e dei vari impegni però ogni tanto passa a fare due chiacchiere con noi e con il barista, che in passato ha giocato con lui. Lorario in cui passa più spesso è la mattina, quando si viene a prendere un cappuccino e un cornetto qui al Chiosco». Ovviamente, con il passare del tempo, Florenzi si è costruito un notevole seguito nel quartiere: «Domani (oggi, ndr) andiamo tutti a Pescara a vederlo giocare con la nazionale Under 21. Lo scorso anno siamo andati spesso a vederlo giocare con il Crotone. Siamo andati a Gubbio dove lui partì dalla panchina perché non era al meglio (aveva una lesione alla mano). Il Crotone perdeva 3-1, è entrato lui ed hanno pareggiato 3-3. Con Sandrino in campo il Crotone era unaltra cosa, faceva veramente la differenza. Lesperienza in Calabria gli ha fatto benissimo. Ora è un giocatore fatto. Soprattutto di testa: lucido, preciso, grande mentalità. A Crotone ha lasciato molti amici e un ottimo ricordo. Molti di loro spesso vengono su a Roma a trovarlo».
Insomma un ragazzo socievole e con la giusta mentalità che probabilmente gli è stata passata dal papà: «Il padre lo spronava sempre a fare meglio dicono gli amici -. Era il più critico. Spesso battibeccava con chi andava a vedere le partite della Primavera perché veniva accusato di prendersela troppo con Florenzi, non sapevano che fosse suo figlio ».
Una partenza sprint quella del giovane centrocampista giallorosso con la maglia della Roma dei grandi, che lo ha portato a segnare già 2 gol in 6 presenze in Serie A: «Il gol a Milano, dove la mamma è andato a vederlo, è stato sicuramente il gol più importante che ha segnato in questo inizio di carriera, ma il più bello fu lultimo realizzato con la maglia della Primavera, di cui era capitano, contro il Pescara». Un ragazzo che «sogna di rimanere qui, a Roma» dove «spesso viene a trovare i ragazzini che si allenano nella scuola calcio dellAcilia. Anche perché lui adora passare il tempo con i ragazzi delle scuole calcio. Si diverte molto a seguirli». E magari ad aiutarli a diventare i nuovi Alessandro Florenzi.