IL ROMANISTA (G. CACCAMO) - Se lAtalanta aveva graziato i giallorossi nei primi 20 minuti della scorsa partita, il Genoa non concede sconti nei suoi primi 20, fatti di pressing asfissianti, di ripartenze veloci e duelli vinti sopratutto a centrocampo.
La svolta non è soltanto psicologica con il gol dellinesauribile Capitano, cè anche la componente anarchica di un gruppo che forse mal sopporta rigidità tattiche così spinte come il calcio di Zeman pretendono. Totti svaria come non mai su tutto il fronte dattacco, Daniele De Rossi riprende come e quando vuole a dirigere il centrocampo eclissando spesso e volentieri il lento Tactchidis o si piazza come centroavanti aggiunto in area avversaria. Castan si disimpegna con autorità, la linea difensiva si alza come richiesto ma si abbassa precauzionalmente alla bisogna. Mantiene lo stesso atteggiamento la Roma del secondo tempo e pur controllando la partita e il ritmo, riesce a produrre ottime palle gol mostrando una fluidità di gioco e una capacità di puntare la porta di Frey con buona continuità.
Lottimo secondo tempo, la vittoria finale, non possono farci dimenticare i soliti 20 minuti iniziali che si ripetono con preoccupante ripetitività, con quellapproccio allincontro così sotto tono, quel consegnarsi agli avversari senza tonicità. Ma la domanda che forse più di ogni altra intriga i tifosi giallorossi è: quanto di gioco zemaniano possiamo osservare nella seconda parte del primo tempo e in tutto il secondo? Questa squadra pur non strutturata per il gioco pensato dal tecnico boemo, quanto si ispira e quanto produce seguendo i sui schemi? Tutto il peggio e tutto il buono visti stasera sono da ascrivere a merito o demerito di Zeman? Il secondo tempo sicuramente zemaniano si potrà vedere mai anche nel primo tempo?