CORSERA - La short list è ultimata. L'As Roma è pronta per decidere dove costruire il nuovo stadio. Sul tavolo di James Pallotta ci sarebbero quattro alternative. Sono quelle selezionate dall'advisor, americano, scelto dai nuovi proprietari, americani, del club capitolino. I quali chissà se sanno che la Cushman & Wakefield a cui hanno chiesto di selezionare le aree per costruire il nuovo stadio, di americano ha il nome e qualche azionista, ma la proprietà è tutta italiana. Ed è anche ironia della sorte la stessa della Juventus: la Exor degli Agnelli, a cui fa capo il 70% della società di advisory immobiliare.
La Juve è anche l'unico team di Serie A che è riuscito finora a costruire un suo stadio. La Roma potrebbe essere la seconda. I terreni individuati sarebbero tre: l'ippodromo di Tor di Valle, di proprietà della famiglia Parnasi, l'area della Bufalotta di Claudio Toti e un'area industriale dismessa dall'Eni a Testaccio, quartiere che negli anni 3o ospitava il vecchio stadio della Roma. Il gruppo petrolifero ha fatto tuttavia sapere che non ci sono trattative in corso per la cessione del terreno. Il che non esclude la possibilità che gli emissari di Pallotta si facciano comunque avanti con Paolo Scaroni. La decisione su dove realizzare la nuova arena giallorossa non è stata infatti ancora presa. Anche se si vocifera che a Parnasi non dispiacerebbe vederla nascere sui suoi terreni. «E una procedura complessa si è limitato a dire il costruttore romano . Aspettiamo».