LA REPUBBLICA (G. FOSCHINI/M. MENSURATI) - Al termine dellinterrogatorio, il portantino di Bari, quello che girava con la tuta sociale anche di sera per dimostrare che era uno di loro, uno amico dei calciatori, lha buttata lì
Partendo da quella dichiarazione, gli inquirenti, dopo poche settimane di lavoro, sono infatti arrivati a ricostruire le dinamiche di quella che si configura come una sorta di centrale nazionale del calcioscommesse. I calciatori indagati, stando a quanto risulta dagli atti dellinchiesta, erano in grado di scambiarsi i risultati esatti già prima delle partite, come fossero figurine. E di non sbagliare mai. «Io ti do la mia partita di B e tu mi dai la tua di A». Così funzionava, secondo Iacovelli, che nella sua deposizione ha indicato anche alcune gare: sono almeno cinque quelle di serie A, sulle quali stanno già lavorando i carabinieri del reparto operativo di Bari che ora si trovano di fronte a dover fare luce su un sistema inatteso con diramazioni in tutta Italia e non più solo a Bari.
Un lavoro improbo che però ha conosciuto recentemente un importante momento di svolta quando uno dei protagonisti di quella stagione pugliese di pallone marcio e scommesse clandestine ha deciso di pentirsi. Il calciatore in questione, sul quale gli inquirenti per il momento vogliono tenere il massimo riserbo, aveva deciso di collaborare già da qualche settimana. Nei giorni scorsi, ha cominciato a parlare con gli investigatori e le sue prime affermazioni, a quanto pare hanno già aperto nuovi scenari. Nei suoi ricordi potrebbero esserci «le altre importanti novità» di cui ha parlato il capo della Polizia, Antonio Manganelli.
Un salto di qualità per la procura di Bari, che indaga da tempo su un giro di calciatori e scommettitori che nel corso degli anni ha alterato alcune partite di serie B e di serie A della squadra biancorossa. Tre dei protagonisti di questa storia, (il difensore Andrea Masiello e i suoi due amici Carella e Giacobbe)
hanno patteggiato la pena. Nel suo ultimo interrogatorio, Masiello ha raccontato però di altre due partite truccate: la gara con la Salernitana, della stagione 2009 e quella con il Treviso del 2008. Si tratta di due gare comprate dagli avversari per ragioni sportive. Lo spogliatoio era tutto daccordo nel primo caso, mentre nella seconda parte erano consapevoli della combine soltanto alcuni giocatori. Con la Salernitana i soldi erano stati divisi in palestra alla presenza di tutta la rosa, oggi indagata: tra gli altri, racconta qualcuno, cera anche lattuale difensore della nazionale Ranocchia che lasciò i soldi però a Iacovelli. Concordano tutti i testimoni, almeno davanti ai magistrati, che in entrambi i casi lallenatore, Antonio Conte (forse verrà risentito nei prossimi giorni), era stato tenuto alloscuro della vicenda: forse si era accorto di qualcosa, ha raccontato qualcuno, perché aveva chiesto ripetutamente alla squadra il massimo impegno.
Ma le imprese di quel Bari rischiano adesso di essere messe in ombra dalle nuove rivelazioni del pentito e di Iacovelli, al quale comunque la procura dà molto credito visto che fino ad oggi tutto quello che ha raccontato dal giorno del suo arresto (nel febbraio del 2012) si è dimostrato vero.