IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) - Metti in una giornata a Coverciano due campioni del Mondo come Cannavaro, che la coppa lha pure alzata, e Oddo, qualche ex giocatore come Galante e qualche giovane dirigente, come ad esempio Valentina Mezzaroma, e metti insieme a loro uno dei più importanti direttori sportivi italiani, come Walter
Niente di più facile per lui che, come insegnano le conferenze stampa a Trigoria, quando inizia a parlare è spesso un fiume in piena. E ieri non si è smentito. Ai suoi allievi ha raccontato in cosa consiste il suo lavoro, come si articolano le giornate (e nottate) fatte di dvd, analisi di giocatori e visioni di partite che, inevitabilmente, non possono essere viste tutte sul campo. Ha poi parlato del rapporto coi calciatori e di quello con gli allenatori (a volta bisogna essere degli equilibristi, e chissà che il pensiero non sia andato anche alla vicenda Osvaldo-De Rossi-Zeman) e ha fatto più di qualche battuta che ha strappato risate a tutta la platea. Linguaggio colorito, concetti chiari e spiegazione, anche, di tutte le difficoltà che si incontrano nel corso della carriera. Sabatini, che ha raggiunto Coverciano subito dopo lallenamento della Roma ed è ripartito nel tardo pomeriggio, questanno festeggia diciotto anni da direttore sportivo visto che la sua carriera dietro la scrivania come ds inizia nel 1994 alla Triestina. Poi un lungo peregrinare in giro per lItalia (Arezzo, Perugia, Lazio e Palermo) fino allarrivo a Trigoria un anno e mezzo fa. Contratto annuale il primo anno, contratto annuale il secondo perché il direttore sportivo vive sempre sullonda dei risultati. Questa è la sua regola principale. E chissà se i suoi allievi hanno preso appunti