REPUBBLICA.IT (M. PINCI) - Un tempo da regista con la squadra riserve, l'altro da titolare come intermedio. Se la partitella del giovedì fosse lo specchio della considerazione di Zeman nei suoi confronti, Daniele De Rossi potrebbe trarne interessanti conclusioni.
IL REGISTA E' TACHTSIDIS - Zdenek Zeman lo vede intermedio, lì ha impiegato De Rossi a Milano contro l'Inter, poi anche a Torino con la Juventus, le due gare più delicate di questa prima parte di stagione romanista. In entrambi i casi, sempre al fianco di Tachtsidis: è il giovane greco, al momento, il regista scelto dal boemo, nonostante le tante incertezze mostrate in questo inizio di stagione. Se alle indicazioni del primo vero allenamento a ranghi completi dopo il ritorno dalle nazionali si vuole dare un significato, l'unico convincente riguarda la posizione in campo di De Rossi. Non è un mistero, anzi, che a lui piaccia giocare centrale di centrocampo davanti alla difesa, una posizione in cui lo aveva inventato Spalletti, e in cui lo aveva laureato come intoccabile un anno fa Luis Enrique. Con Zeman, però, è diverso: e oggi, semmai fosse necessario, lo ha ribadito, provando Daniele - che ha smaltito i fastidi a polpaccio e caviglia - nel gruppo dei titolari soltanto nella seconda parte della partitella. E nel ruolo meno gradito, quello di intermedio. Nessuna crepa, non certo una frattura, né tantomeno un "caso". Ma neanche un segnale distensivo dopo l'esclusione di 11 giorni fa: motivata, anche, dalle preferenze tattiche discordanti, e che non riguardava soltanto De Rossi. A Osvaldo non piaceva giocare esterno? Fuori. Idem per capitan futuro, che senza uno come Pirlo (o Pizarro) vicino, si sente un regista e lì preferirebbe giocare. Zeman, oggi, sembra avergli detto altro: per essere tra gli undici, devi giocare mediano.