GASPORT - Considerando che anche ieri Dodò non si è allenato, allora un Ivan Piris in più chissà che non faccia davvero comodo. Soprattutto, poi, se il laterale paraguaiano è quello di Genova e non quello ammirato (si fa per dire) n
Come Maradona e Platini «A me fa piacere che abbia fatto una buona prestazione anche per voi che vedete la partita da lì sopra», aveva detto Zeman domenica a fine gara ai giornalisti, parlando proprio del paraguaiano. Per poi aggiungere: «Io ho sempre detto che Ivan è uno che può giocare nella Roma. Troppa fretta nel giudicarlo inadatto? In Italia in passato sono arrivati anche giocatori importanti come Maradona e Platini, che il primo anno non hanno fatto nulla, per poi mettere a disposizione della squadra le loro qualità». Ecco, senza scomodare due fenomeni del passato come «El Pibe de Oro» e «Le Roi», a Roma la gente si saprà accontentare anche di molto di meno. Basterebbe, per esempio, avere lo stesso Piris di Genova, dove il paraguaiano al solito grande impegno (quello è sempre stato impeccabile) ha abbinato questa volta anche maggiore intensità agonistica e più presenza tattica in campo.
Sull'altalena Del resto, che Ivan sia bravo nella fase difensiva è un'altra cosa su cui è difficile controbattere (probabilmente, nello scacchiere difensivo di Zeman è quello che sa fare meglio la presa di posizione e le diagonali difensive, anche se la partita con il Bologna, in tal senso, ha messo in mostra qualche imbarazzo). Diverso, invece, il suo apporto in fase offensiva. Lì fin qui Piris ha subito le maggiori critiche: nella fase di appoggio alla manovra, nelle capacità di sapersi sovrapporre, nei cross. «Su Piris bisogna lavorarci su. Ha enormi qualità fisiche e buone doti tecniche», ha detto di lui ieri Eusebio Di Francesco. Piris, comunque, è in crescita: a Marassi due assist sono stati i suoi, quelli dei gol di Totti e il 2-2 di Osvaldo. «Assist a parte, è stata la mia miglior partita stagionale, anche se ci sono stati anche i due errori sui due gol del Genoa», ha detto a fine partita il paraguaiano.
Futuro Adesso Piris deve continuare così: lavoro e applicazione, al massimo della concentrazione. Solo in questo modo riuscirà ad allontanare definitivamente tutte le diffidenze che girano sul suo conto, a cominciare da chi lo aveva già associato ad José Angel, l'altro flop sugli esterni dello scorso anno. Per non essere un altro José Angel, a Ivan non resta che correre. Il resto si vedrà in seguito...