IL ROMANISTA (P.A. COLETTI) - Un mese dopo riecco Miralem Pjanic. Era il 16 settembre quando il centrocampista era sceso in campo lultima volta. Lex Lione giocò 68 in Roma-Bologna. Domani, 16 ottobre, si rimetterà gli scarpini ma indosserà la maglia bianca della nazionale bosniaca. Una notizia, né buona né cattiva, per la Roma. O forse tutte e due. Da una parte cè la certezza che Pjanic sia in buona forma, dallaltra cè la preoccupazione di una possibile ricaduta. A Trigoria avevano esplicitamente chiesto al giocatore, al ct e allo staff medico bosniaco di non far giocare il centrocampista nelle due partite di qualificazione al
Nella prima partita giocata in Grecia la richiesta della Roma è stata esaudita. Nello 0-0 di venerdì il romanista è rimasto 90 seduto in panchina. Domani cè la Lituania e la notizia è che Pjanic ci sarà. Ieri Safet Susic, ct della Bosnia ha detto: «Si è allenato regolarmente come tutti gli altri. Martedì scenderà in campo. Probabilmente sarà lunico cambio nella formazione iniziale rispetto alla partita che abbiamo giocato in Grecia». Un piccolo sgarbo alla Roma e a Zeman che punta molto sulla classe del centrocampista che però questanno lo ha potuto utilizzare soltanto in due partite. Di certo lo sgarbo il ct Susic non lo ha fatto al suo giocatore. «Purtroppo non sarò in grado di giocare in Grecia aveva detto Pjanic giovedì scorso -. Però con lo staff medico faremo di tutto per far sì che possa arrivare al cento per cento allincontro di martedì con la Lituania. Spero che sarà così».
E così è stato, con buona pace di Zeman e della società giallorossa. Ci aveva provato la Roma a convincerlo di risparmiarsi ed è stato lo stesso calciatore a confermarlo: «La Roma voleva che non giocassi queste partite visto il mio stato di forma, ma alla fine ha vinto il desiderio di essere qua, lho spiegato alla società». Un attaccamento alla maglia della sua Nazionale che lha portato questanno a indossarla più volte di quella giallorossa. Senza contare la partita di domani, Pjanic ha giocato, in gare ufficiali, 168 con la Bosnia a dispetto dei 138 giocati con la Roma. Ed è anche il rendimento a variare drasticamente: un gol e due assist in Nazionale a fronte delle due prove opache offerte in Roma-Catania e Roma-Bologna. Un legame, quello con la sua terra natale, importante, basti pensare che ha esodito a soli 18 anni.
Un spirito patriottico che anche lanno scorso è stato alla base di qualche attrito con la società giallorossa. A febbraio Pjanic, nonostante le non perfette condizioni, venne convocato dalla Bosnia per lamichevole contro il Brasile. La Roma aveva chiesto di far giocare il centrocampista per massimo 45, mentre il ct lo tenne in campo per 81. E tutto nella settimana che precedeva il derby. Quello sì che fu un bello sgarbo, sottolineato anche dalle parole dello stesso giocatore: «Sono molto deluso per quanto è successo, il ct non mi ha voluto ascoltare. Per un giorno ne abbiamo parlato, ma lui ha deciso di mandarmi in campo comunque». Domani sarà diverso, perché Pjanic si sente bene e vuole aiutare la sua Nazionale ad arrivare a Brasile 2014. Una partita da giocare al meglio per poi ripresentarsi a Trigoria finalmente in forma, pronto a dimostrare sul campo il suo valore. Valore che in estate il Tottenham stimava intorno ai 25 milioni di euro. La Roma li ha rifiutati anche su indicazione di Zeman.
E questo dovrebbe bastare per spegnere le polemiche sulla zemanianità del bosniaco. Il rapporto tra lui e il Boemo è ottimo. Lallenatore quando lo ha visto bene lo ha fatto partire da titolare. Il centrocampista si è sempre detto entusiasta di poter lavorare con Zeman, senza fare storie sulla posizione in campo. «Per me non cè differenza tra sinistra e destra diceva Pjanic a settembre a Roma Channel -, io sono a disposizione del Mister e non ho problemi ad adattarmi a destra o sinistra. Sono a totale disposizione, darò tutto per questa maglia»