IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) - È andato in Bosnia martedì e da ieri lavora insieme alla sua nazionale, ma contro la Grecia non giocherà. Più facile che possa farlo contro la Lituania, magari non per 90 minuti, come la Roma si augura.
Sfida che Miralem non vuole assolutamente saltare, considerando quanto sia legato alla selezione del suo paese. Proprio per rispondere a una chiamata della Bosnia la scorsa primavera aveva peggiorato le sue già precarie condizioni fisiche e il finale di stagione con la Roma era stato tutto tranne che esaltante proprio per questo motivo. Unesperienza che nessuno vuole ripetere. Né lui né tantomeno la Roma. Se a Trigoria avessero potuto scegliere avrebbero evitato il viaggio al giocatore e lo avrebbero fatto curare - e allenare - al Bernardini. Ma, nonostante i medici giallorossi avessero spedito tutta la documentazione dellinfortunio in Bosnia, il ct ha comunque convocato Pjanic per averlo a disposizione nel secondo impegno. E a Trigoria incrociano le dita, confidando nella maturità e nella professionalità del ragazzo.
Non solo Pjanic, però. Tanti sono i romanisti in giro con le rispettive nazionali. Cè Svedkauskas, ad esempio, con lUnder 19 della Lituania. Cè anche Stekelenburg, che con lOlanda è impegnato a smentire van Gaal che da qualche tempo non lo considera più una sicurezza. «Sto bene e sono sereno», le sue parole qualche giorno fa dal ritiro degli Orange. Per Stek in programma un doppio impegno contro Andorra e Romania, questultima unica vera antagonista della squadra di van Gaal nel girone. DallEuropa allAmerica, Nord e Sud. Impegnati in nazionale sono anche Bradley e Piris. Il primo, 70 presenze a soli 25 anni, affronterà Antigua e Guatemala mentre il difensore se la vedrà con Colombia e Perù e sarà a Roma soltanto giovedì prossimo.