IL TEMPO (A. SERAFINI) - La Roma nazionale trascina gli azzurri di Cesare Prandelli, che con De Rossi prima e Osvaldo poi lanciano un bel segnale nella capitale, sponda Zeman. E per litalo argentino, la visione di microfoni e telecamere, consegna la possibilità dellultima parola, almeno per il momento: «Tutto si può dire tranne che non mi impegno. L
Chiuso il discorso Roma, cè tempo anche di parlare della gara, e di quel gol che ha chiuso definitivamente i conti: «Sono sempre soddisfatto quando segno, ma non è un gol diverso dagli altri. Devo soltanto ringraziare De Rossi per quellassist splendido». E i complimenti ai due romanisti alla fine arrivano anche dal ct: «I giocatori non devono rispondere a parole, ma sul campo. Hanno fatto una grande partita». Una gara, che tralasciando limbarazzo sulle decisioni di altri colleghi, ha consegnato a Prandelli tre punti, guadagnati con un pizzico di sofferenza di troppo: «Non pensate che sia stata una gara semplice, questo è un campo molto difficile con un avversario ostico. Abbiamo creato almeno 7-8 palle e questo dice tutto».
Conquistato il primato nel girone B, ora si penserà soltanto alla sfida di San Siro con la Danimarca: «Limportante ora è continuare a creare la profondità e lampiezza di gioco che ho visto questa sera: come questa Italia sa fare. Personalità e coraggio dimostrano che viene messo in pratica quello che viene provato durante la settimana, anche con i propri club». Arrabbiato come non mai per il momentaneo pareggio degli armeni, il ct non può far a meno di commentare le discutibili decisioni arbitrali: «Difficilmente protesto così, però questa volta tutti abbiamo avuto la stessa sensazione. Quando si scontrano due giocatori di testa il gioco va fermato». Un colpo che però non ha fermato la corsa di Maggio, freccia inesauribile sulla fascia nonostante un momentaneo sbandamento: «Ho avuto qualche giramento di testa ma nulla di grave. Sul momento, non ricordo nulla anche se tutti dicevano che sarebbe stato giusto fermarci, ma la cosa fondamentale era portare a casa la vittoria».