Con lo stadio sarà Grande Roma

12/10/2012 alle 10:41.

IL ROMANISTA (D. GALLI) - «Ma se Pallotta dice che può spendere 200 milioni per lo stadio, perché non li usa per comprare Messi?». Si legge anche questo sui social network, in questi giorni. La risposta è semplice. Perché a fronte di quasi 116 milioni di ricavi (per la precisione, 115.973), la Roma spende 141 milioni e spicci

La soluzione c’è. L’ha trovata per prima la . È lo stadio di proprietà. Nell’esercizio 2010/11, l’ultimo prima dell’inaugurazione dello Stadium, i ricavi erano stati pari a 172.1 milioni. Dodici mesi dopo, sono stati 213.8, con un incremento del 24,2%. «Lo Stadium ha iniziato a dare i suoi frutti», ha scritto il presidente Andrea Agnelli agli azionisti. Parlare di modello juventino è quasi offensivo per i romanisti. Ma certamente è a questi iniziali risultati economici che mira la Roma. Entriamo nel dettaglio. L’analisi dei conti bianconeri, anzi il raffronto diretto tra i nostri e i loro, può aiutare a comprendere meglio perché la cordata americana insiste: lo stadio di proprietà è una priorità. Non lo è per loro - e questo concetto a molti tifosi non entra in testa - perché James Pallotta vola col jet privato, quando viene a Roma alloggia a via del Babuino in uno degli alberghi più famosi al mondo e vanta un patrimonio personale di un miliardo di dollari. È una priorità per la Roma, perché passivi di bilancio così pesanti sono difficili da sostenere ogni volta con apposite iniezioni di capitale. E se non fosse stato per il paracadute di Unicredit tra il 2010 e il 2011, e poi per la cessione del club agli americani, l’unico interlocutore realmente interessato a comprare la società, i libri sarebbero finiti in tribunale e la Roma in Serie B.

La , dunque. I suoi numeri. La veniva da una stagione finanziariamente ai limiti della sopravvivenza, un deficit di bilancio di oltre 95 milioni che aveva costretto la Exor, la finanziaria di mamma Fiat, a "prestare" 70 milioni alla «per elasticità di cassa». Colpa di una paurosa flessione dei ricavi, scesi da 220.7 milioni della stagione 2008/09 a 172.1 milioni, a dispetto di un incremento dei costi di circa 41 milioni. Certo, come risulta dal progetto di bilancio presentato un mese fa, i conti restano in rosso. Il disavanzo è adesso di 48.7 milioni. Ma il miglioramento è evidente, in appena un esercizio il buco è stato quasi dimezzato. Sarebbe andata anche meglio, in casa Agnelli, se non si fosse deciso di continuare a investire sulla rosa. Nel 2010/11, per i "diritti pluriennali dei calciatori" erano stati spesi 71.4 milioni. Un anno dopo, l’investimento è stato di 118.1 milioni. In futuro, lo stadio di proprietà porterà sempre maggiori incassi al club. «Lo Stadium - ha spiegato Andrea Agnelli - ha iniziato a dare i suoi frutti, contribuendo in maniera sensibile ai margini del conto economico sia per quanto concerne i ricavi da gare sia per quanto attiene ad un ritrovato appeal del marchio , che potete rilevare dall’aumento dei ricavi da sponsorizzazioni e pubblicità».

Lo Stadium, sorto in appena due anni sulle ceneri del vecchio Delle Alpi, è costato 150 milioni, e, come si legge sul progetto di bilancio, «può ospitare 41 mila spettatori, dispone di 24 bar, 8 aree di ristorazione e circa 4000 posti auto». Senza contare che assieme allo stadio è stato costruito - spesa, 90 milioni - anche un centro commerciale di 34 mila metri quadrati. Non solo. Oltre a mangiare e a bere, all’interno dello stadio - godibile sette giorni su sette - si può visitare il museo della . In appena quattro mesi è stato visitato da 50 mila persone. E parliamo di Torino, non di Roma, la à Eterna, il polo della cristianità, una à che ha fatto la storia del mondo e che, con uno stadio tutto suo, potrebbe fare anche la storia del calcio.