CORSPORT (A. GHIACCI) - Al di là delle idee personali sul fatto che la Roma possa o meno competere per vincere il campionato, in questo momento cè in piedi una questione-De Rossi che è tutta da affrontare. Che fine ha fatto il centrocampista che fa la differenza in tutte le zone del campo? Perché nelle ultime due
TATTICA - Il ruolo in cui ha giocato con Prandelli nella spedizione ucraino-polacca è lo stesso in cui lo sta provando ad impostare nuovamente Zeman. «Lui per me è un centrocampista» , dice il boemo che lo ha piazzato intermedio con Tachtsidis al centro. «Devo fare di più, il ruolo centra poco» racconta De Rossi. Che però finora è stato irriconoscibile: sempre al piccolo trotto, mai protagonista di un affondo importante, non incline in maniera naturale al passaggio di prima o allazione veloce come chiesto dal boemo. Più regista di un calcio alla Luis Enrique fatto di possesso-palla, per intenderci. Limpressione che da una partita e mezza ha dato De Rossi al pubblico romanista, è quella di un giocatore che svolge il semplice compitino, senza aggiungere nulla, corricchiando con sufficienza. Va detto però, che De Rossi è ancora alle prese con una condizione non ottimale visto che è tornato dopo oltre un mese di stop soltanto a metà della settimana scorsa. Il tempo per ripartire c'è. De Rossi appare pronto: «Sono arrabbiato, cercherò di mettere in campo questa rabbia già contro l'Atalanta, domenica prossima» .(...)
OPINIONI - Non solo affari tecnico-tattici, però. Perché il dibattito di queste ore rguarda anche il feeling tra De Rossi e Zeman. «Chi parla di scudetto fa il male della Roma» ha sentenziato il mediano allinterno dello Juventus Stadium, dopo la mazzata subita in campo. Il problema è che «di scudetto» aveva parlato proprio Zeman, a più riprese, lultima volta non più tardi di se giorni fa, alla vigilia della sfida interna con la Samp: «La Roma può lottare per lo scudetto» , aveva detto il capo a Trigoria. I dubbi dei tifosi, a questo punto, non hanno come tema principale la questione di chi abbia o meno ragione. Di più: è giusto che un giocatore smentisca così clamorosamente il suo allenatore soltanto cinque giorni dopo, per di più su un capitolo così caldo? O sarebbe stato meglio evitare? De Rossi non ha mai mandato a dire alcunché, uno dei suoi pregi più grandi che nessuno potrà mai mettere in dubbio è quello di aver sempre detto ciò che pensa, senza particolari filtri. Ora però cè il bene della Roma, della sua Roma, di mezzo. (...)