IL ROMANISTA (B. DE VECCHI) - A Cagliari sono convinti. La partita con la Roma, dicono, si rigiocherà. I rossoblù si aspettano per venerdì la sentenza della Corte di giustizia federale. In Federcalcio non sanno però ancora nulla, nemmeno della data. Perché dipende dalla Roma, da quando presenterà le proprie controdeduzioni. Se lo farà
La Roma era stata avvisata nel cuore della notte, in albergo a Cagliari. Il giudice della Lega di A, Gianpaolo Tosel, ha punito la società rossoblù con lo 0-3. Cellino, si legge nella sentenza, ha violato due articoli del codice di giustizia sportiva: il 17 e il 12 comma 2. Il primo recita: «La società ritenuta responsabile, anche oggettivamente, di fatti o situazioni che abbiano influito sul regolare svolgimento di una gara o che ne abbiano impedito la regolare effettuazione, è punita con la perdita della gara stessa con il punteggio di 0-3». E il secondo ricorda come «le società» siano tenute «allosservanza delle norme e delle disposizioni emanate dalle pubbliche autorità in materia di distribuzione al pubblico di biglietti di ingresso, nonché di ogni altra disposizione di pubblica sicurezza relativa alle gare da esse organizzate».
Il Cagliari chiede adesso di commutare lo 0- 3 con unaltra pena, anche se fosse una penalizzazione in punti. Ma sulla base di quale norma?, si interrogano a Trigoria. La Figc, dopo aver bacchettato Cellino, resta in silenzio. «Cè un ricorso in atto, dobbiamo lasciare spazio e autonomia agli organi di giustizia sportiva - ha spiegato il presidente federale, Abete - è un evento particolare, in qualche modo innovativo rispetto a situazioni precedenti, è legittimo il ricorso del Cagliari, la Corte di giustizia farà la sua valutazione».