Bari, il biscotto perfetto

10/10/2012 alle 13:58.

IL FATTO QUOTIDIANO (A. MASSARI) - I soldi consegnati alla moglie del calciatore. In tribuna. A fine partita. Lei incassa i soldi, gli altri incassano il risultato. Di partite vendute – lo dimostrano le inchieste che hanno travolto lo scorso campionato – in que

Siamo alla penultima giornata, schema classico per la combine dei calciatori pugliesi che, avendo conquistato la promozione, possono decidere di perdere l’incontro con una certa tranquillità. Questa – almeno – è la ricostruzione della Procura di Bari guidata da Antonio Laudati, dove i pm Ciro Angelillis e Giuseppe Dentamaro, con l’ausilio delle indagini svolte dai Carabinieri, hanno ricostruito l’incon - tro nei minimi dettagli. Dettagli che non riguardano soltanto i 90 minuti giocati in campo ma, soprattutto, i rapporti tra lo spogliatoio barese e gli emissari di due calciatori della Salernitana. C’è di tutto, in questa storia, che vede indagati nomi eccellenti del calcio italiano, dal del Torino Francois Gillet al catanese Davide Lanzafame, dal difensore interista Andrea Ranocchia all’attaccante dell’Udinese Vitor Barreto, per finire all’ex vice di , Cristian Stellini, che soltanto pochi mesi fa s’è dimesso dalla .

è stato interrogato quest’estate, come persona informata sui fatti, e il suo nome non compare tra gli indagati perché tutto lo spogliatoio ha giurato: l’allenatore bianconero non ne sapeva nulla. Il rischio che possa subire un altro deferimento, però, resta intatto: sarà la giustizia sportiva, anche in questo caso, a valutare la sua posizione. Anche perché, l’indagine su questa partita, nasce quest’estate proprio da un interrogatorio reso dinanzi ai giudici sportivi. Fu l’ex terzino biancorosso, Vittorio Micolucci, a rivelare: "Nella stagione della promozione con e Perinetti, sicuramente è stata fatta Salernitana- Bari con la vittoria dei campani”. Quando il procuratore di Bari, Antonio Laudati, legge questa dichiarazione sull’edizione locale di Repubblica, decide di approfondire. E si apre il classico vaso di Pandora.

Luca Fusco e Massimo Ganci, entrambi calciatori della Salernitana, decidono di contattare Gillet e Stellini. In ballo c’è una somma che varia tra i 250 mila e 300 mila euro. E il fatto più incredibile è questo: se ne discute nello spogliatoio. Si tratta di una decisione condivisa, non della combine di un paio di giocatori, quindi nessun segreto. Anzi. Nessuna cautela: la “dritta” passa addirittura tra gli scommettitori. L’over – la partita termina con ben 5 gol – è sempre un buon affare. C’è posto per tutti, a patto di conoscere la combine, o di realizzarla, e ognuno prende la sua parte. Quella maggiore spetta a Gillet e Stellini, secondo la ricostruzione degli investigatori, ma tra soldi e regali, l’affare viene spartito in tanti. C’è chi ha provato a rifiutare, salvo trovarsi un regalo nello spogliatoio, c’è chi ha preso computer invece di banconote in contanti, ma è stato difficile trovare qualcuno che – in quella squadra e per quella partita – non sapesse della combine. Era importante che tutti ci guadagnassero qualcosa. Per un motivo essenziale: accettare un semplice omaggio, oppure del denaro, rendeva comunque complici, assicurava l’omertà di attori e testimoni. La combine, una volta condivisa, univa lo spogliatoio nel silenzio. Omertà abbattuta, però, dalla serietà delle indagini: troppi elementi, dai tabulati telefonici alle analisi finanziarie, hanno convinto in molti a collaborare. Fino a raccontare il dettaglio più curioso: il denaro fu affidato, dagli emissari dei calciatori salernitani, alla moglie di un biancorosso, presente in tribuna, pronta a incassare il denaro a fine partita.