Baldini: «Periodo delicato ma l’allenatore non si discute»

29/10/2012 alle 08:35.

CORSPORT (A. GHIACCI) - Ma quale festa. Neanche un pareggio c’è scappato. E così la Roma ha subito la terza rimonta in otto partite giocate. Uguale a quella andata in scena contro il Bologna, sempre all’Olimpico [...]. «Il momento è delicato - conferma il direttore generale giallorosso Franco Baldini

PERSONALITA' - [...] Si torna al solito discorso: problema di testa? «Sì, può darsi che sia un blocco psicologico, ma continuando a giocare in questo modo supereremo queste difficoltà. Lavorando tutti insieme, possiamo migliorare. E’ difficile trovare un perché a una partita del genere che ha lasciato intravedere quante potenzialità abbia la Roma e che tipo di calcio sappia esprimere per larga parte della partita. Poi, è come se i ragazzi perdessero la convinzione e spegnessero la luce. E questo dà fiducia all’altra squadra mentre noi ci mettiamo nella condizione di avere paura di non vincere. E’ una cosa su cui dobbiamo lavorare tutti insieme, allenatore, squadra, dirigenza, per avere lo stesso atteggiamento nei novanta minuti. Il tecnico ha saputo dare un gioco alla squadra ma ci rimane da lavorare sulla fase difensiva, è chiaro che sostenere Zeman in questo momento è un po’ complicato. La classifica ci fa rabbia, dobbiamo cercare di lavorare sulla continuità non solo nelle partite in generale ma anche dentro la stessa partita, dobbiamo farlo insieme ognuno portando il proprio contributo».


ARBITRO - Non si può non parlare dell’arbitraggio [...] «Gli episodi ci hanno penalizzato ovviamente, ma parlare degli arbitri è controproducente se li vogliamo sereni. Dobbiamo mettergli meno pressione che possiamo. Credo che la partita la avremmo potuto vincere con o senza torti arbitrali, non credo sia questo il motivo della sconfitta. Gli episodi che risultano decisivi fanno male ovviamente, ma non vogliamo mettere questo tipo di pressione. Nessuno di noi ha mai detto a Zeman che non si può esprimere sugli arbitri, il suo pensiero sul rigore è anche il mio, ma quello che voglio dire io è che se vogliamo fare la nostra parte perché gli arbitraggi siano più sereni e meno infarciti di errori, credo che l’unica maniera sia questa. Sull’arbitro e sulla fortuna non possiamo lavorare, dobbiamo rivolgerci solo alle cose che possiamo migliorare col nostro lavoro»