LEGGO (F. BALZANI) - Dal paradiso allinferno, dallesaltazione allo sconforto in unora e mezzo. Zeman non è cambiato. Fuori dal campo (con le dichiarazioni al vetriolo in settimana contro Palazzo e Juventus) e in campo dove la Roma ha surclassato il Bologna per 60 minuti andando in vantaggio 2-0 e subendo una rimonta in 19 che riapre pesanti interrogativi.
Il primo gol di Gilardino è stato provocato da un brutto errore di Piris: «Tutti e tre i gol sono arrivati da sbagli individuali. Ho cambiato Ivan con Marquinhos perché volevo più spinta su quella fascia». A difendere Zeman, invece, ci pensa il ds Sabatini: «È un brutto colpo, ma non centra nulla la filosofia zemaniana con questa sconfitta. Non può essere un buon allenatore per 65 e uno scarso in un quarto dora. E poi non è lui che va in campo. Dobbiamo ancora registrare la squadra, ci penserà lallenatore. Piris? Ora non uccidiamolo, prima di quellerrore aveva fatto due diagonali difensive importanti. Ho visto anche cose positive: la prova di Totti, i progressi di Lamela».
Si autocondanna Burdisso («La sconfitta è colpa mia, sul terzo gol ho sbagliato») mentre Balzaretti resta ottimista: «Abbiamo avuto un black out di 2 minuti che ci ha condannato, ma sono positivo. Siamo stati anche sfortunati col palo di Totti». Sfortuna o no, il digiuno della Roma in casa dura ormai da 6 mesi (2-0 allUdinese l11 aprile) e il distacco dalla vetta è già di cinque punti.