Un pasticcio che risale agli anni ’90

24/09/2012 alle 11:26.

IL TEMPO (A. MASU) - C’era una volta il Sant’Elia, impianto da 60mila posti tirato su per festeggiare lo storico scudetto del ’70, quello di Gigi Riva e altri dieci eroi. Uno stadio da Coppa dei Campioni, da conservare nei secoli dei secoli. Ma l’inizio della fine arriva col restauro per Italia ’90. Quel Sant’Elia diventa sempre più un rudere, abbandonato a se stesso. Fino al 2002, quando Massimo Cellino inventa lo stadio matrioska:



Il resto è storia di oggi. Sant’Elia e Trieste finiscono nel cassetto dei ricordi, ecco spuntare l’Is Arenas di Quartu, vecchio impianto per squadre dilettanti, da trasformare in stadio di serie A in pochi mesi. I lavori partono a maggio: «Per fine ottobre sarà pronto», sussurrano i più ottimisti in casa Cagliari. Ma tutto è relativo, compreso il tempo. Cellino vuole lo stadio per il 2 settembre, esordio casalingo con l’Atalanta. Una settimana di battaglie burocratiche porta a giocare a Quartu a porte chiuse. Con la promessa di aprirle al pubblico per il 23 settembre, cioè ieri. Il Cagliari ci crede, mette in vendita i biglietti. «Un azzardo», sibila il Prefetto di Cagliari Balsamo. Che, infatti, chiude ancora le porte, per uno stadio inagibile.



Inutile sommergere di carte gli uffici della Prefettura. E all’ennesimo no, il rockettaro Cellino imbraccia la chitarra e spara: «Tifosi, andate allo stadio, per noi è sicuro». Una dichiarazione di guerra in grande stile. Ora è tutto nelle mani del Giudice Sportivo.