CORSPORT (A. MAGLIE) - Una Juve straordinaria spazza via la Roma in venti minuti. Brutta serata per Zeman, irriso e insultato dallo stadio, annichilito sul terreno di gioco. I bianconeri sono stati superiori in tutto: in ordine tattico, in velocità, in rabbia agonistica. E, ovviamente, in qualità. La squadra di Conte ha sottolineato un
CROLLO - Da Luis Enrique a Zeman nulla sembra essere cambiato per la Roma: quando si presenta allo Juventus Stadium affonda inesorabilmente. E si è capito sin dai primissimi minuti che i bianconeri avrebbero dominato. Soprattutto sulle fasce dove da un lato Caceres e dallaltro De Ceglie non trovavano alcuna opposizione (in Taddei spostato poi a sinistra per linserimento di Marquinhos subentrato a un febbricitante ancorché frastornato Balzaretti). Ma i guai grossi erano tutti in mezzo al campo: erano anni che Pirlo non giocava avendo a disposizione tanto spazio intorno. Eppure tutti, ma proprio tutti sanno che il gioco della Juventus passa dai suoi piedi. La Roma è apparsa una squadra senza né capo né coda: troppo lunga, poco stretta; difensori in balia degli avversari perché il centrocampo protegge poco (solo nel finale del primo tempo Zeman ha pensato di mettere nella posizione di regista De Rossi al posto del troppo ingenuo Tachtsidis) e gli attaccanti fanno poco lavoro in fase difensiva (se nessuno dei tre va a pressare sulluomo che gioca la prima palla, tutto diventa troppo facile per gli avversari). La Juventus, invece , è squadra solidissima, quadrata, che ieri sera ha fatto un turn over limitato ma ha incamerato con una vittoria squillante fiducia ed entusiasmo in vista della sfida di Champions con lo Shakhtar: di questa Roma priva di struttura ha fatto un sol boccone (...).
RESA - Quando una squadra prende tre gol nei primi diciannove minuti di gara, si può far ricorso a un solo termine: resa. E per qualificarla si può aggiungere un aggettivo: incondizionata. Il primo gol è nato da punizione dal limite di Pirlo (Stekelenburg è riuscito a farsi superare sul proprio palo); il secondo è arrivato su un rigore causato da Castan che poco dentro larea si sostituiva al portiere; il terzo da un bellassist di Vidal per Matri spuntato, come spesso capita alle squadre zemaniane, alle spalle di una linea difensiva disposta in maniera approssimativa; il quarto, nel finale, da un contropiede lanciato da Barzagli che si è concesso un sombrero su Taddei per poi spedire verso la porta Giovinco che saltava Stekelenburg e spediva la palla nella porta vuota. (...)